venerdì 28 novembre 2014

Aspettare

Non so aspettare.
Non imparo ad aspettare.
Non riesco ad aspettare.
Non mi piace aspettare.
Non voglio aspettare.


giovedì 27 novembre 2014

The end (7)

Il giorno in cui qualcuno riuscirà a convincermi che il lavoro rende l’uomo migliore sarà la fine.


mercoledì 26 novembre 2014

Il teatrino degli orrori

Personaggi:
S: la maestra
I peluche e le bambole: gli alunni
Lollo il coniglietto: lo psicopedagogista che dice solamente “mi sistemo in un angolino e non vi accorgerete di me”
Pepper il pinguino: un alunno
I genitori: i genitori
Regia:
F

Atto unico

Autunno.
Sabato pomeriggio.
In casa.
I genitori sonnecchiano.
I bambini giocano.
 “Senti, S, adesso facciamo che tutti gli alunni tornavano in classe e trovavano il cadavere impiccato di Lollo, lo psicopedagogista.”
“Sì, va bene. Allora la maestra urlava:
- Pepper, vieni subito qui! Nota sul diario per “uccisione” –

Fine


martedì 25 novembre 2014

lunedì 24 novembre 2014

The end (6)

Il giorno in cui preparerò l’albero di Natale a metà novembre sarà la fine.


venerdì 21 novembre 2014

La figlia di Jo Nesbø

 “Sai, mamma, a scuola sto scrivendo un thriller. Sono già all’ottavo capitolo. Lo scrivo e poi lo leggo ai miei compagni. Parla di una bambina che si chiama Ludovica e che ha tatuato in fronte il proprio nome. Ludovica è un fantasma e ammazza tutti i bambini che vanno ad abitare nella casa in cui lei viveva con la sua famiglia. Faccio anche gli effetti sonori: batto all’improvviso le gambe sotto il tavolo così i miei amici si spaventano. Ho già dei fan che mi premono perché la storia prosegua. Oggi mi hanno addirittura chiesto un autografo. E io gliel'ho fatto. Sai come mi sono firmata? Mi sono firmata S Nesbø.” 


giovedì 20 novembre 2014

Donna al volante bis

Che colpa ne ha lei se dalla finestra di casa vede il cerchione della sua macchina appoggiato alla cassetta della posta della casa di fronte?


mercoledì 19 novembre 2014

lunedì 17 novembre 2014

Il bello della vita secondo me (20)

Un bimbo mi dice: “Per favore non mettere il cartone animato in inglese. Non capirei niente. Io in inglese so solo dire “Ciù andestèn”.
Il bello della vita secondo me.


(cappellino Chillouts) 

domenica 16 novembre 2014

The beautiful gene - Le cattive madri


"Le cattive madri" (o "Il Nirvana delle lussuriose") di Giovanni Segantini rifiutano la maternità, sono intrappolate tra i rami secchi degli alberi in una terra fredda, desolata e ghiacciata, sono seducenti e inevitabilmente hanno i capelli rossi.

giovedì 13 novembre 2014

Indovina con chi esco a cena bis

Lo so, mi ripeto.
L’ho già scritto che quando sono giù, gioco a pensare con chi uscirei a cena.
Qualche mese fa sarei uscita con Reinhold Messner per parlare di montagna e con Linus di Radio Deejay per convincerlo a portarmi a correre con lui. Acqua passata. Adesso tocca a Jo Nesbø. Jo, se preferisci, vengo io da te a Oslo, nessun problema, chiamami.
Perché una cena con Jo Nesbø? Primo perché è norvegese e ciò mi incuriosisce (incredibile ma vero non ho mai rivolto la parola a uomini nelle cui vene non scorra sangue latino!); secondo perché ha iniziato a scrivere tardi, a quarant’anni, e in brevissimo tempo è diventato un autore di culto, e ciò mi affascina; terzo perché sto leggendo il suo ultimo romanzo ("Il confessore") e, come è capitato con gli altri (tranne “Pipistrello” che non mi ha convinto ma, Jo, non fa niente perché succede anche ai migliori che l’opera prima sia così così…) rimango incollata alla pagina, la trama mi piglia fin dalla prima parola della prima frase del primo capitolo, il ritmo mi rimbomba nelle orecchie tanto è incalzante, insomma è davvero un’ottima lettura, se ti piace il genere, e io glielo vorrei dire che a me il genere piace, soprattutto il “suo” genere; quarto perché uscire a cena con Jo Nesbø non sarebbe un po’ come uscire a cena con Harry Hole, il detective, alto, biondo, forte, giusto, di poche parole, coraggioso, affascinante, contorto, sfregiato, bello, dannato, alcolista, drogato, e chi più ne ha più ne metta, indimenticabile e indiscusso protagonista dei suoi bestseller più convincenti?


mercoledì 12 novembre 2014

C’è chi…

C’è chi ha bisogno di ripetere in modo un po’ diverso ciò che ha detto già troppe volte.



lunedì 10 novembre 2014

The end (5)

Il giorno in cui smetterò di correre e inizierò a camminare accentuando il movimento delle braccia come se corressi sarà la fine.


domenica 9 novembre 2014

9 novembre

"Era il nove novembre, la vigilia del suo trentottesimo compleanno, come avrebbe spesso ricordato in seguito.
Stava tornando a casa a piedi dopo aver cenato con Lord Henry, avvolto in una pesante pelliccia perché la notte era fredda e nebbiosa. All'angolo di Grosvenor Square con South Audley Street un uomo lo superò nella nebbia, camminando di fretta e con il bavero dell'ulster grigio rialzato. Teneva in mano una borsa. Dorian lo riconobbe. Era Basil Hallward. Una strana, incomprensibile paura, che non sapeva spiegarsi, lo assalì. Non fece segno di riconoscerlo e proseguì speditamente verso casa.
Ma Hallward lo aveva visto. Dapprima, Dorian lo sentì fermarsi sul marciapiedi e quindi inseguirlo. Dopo un istante sentì la sua mano posarsi sul braccio." (Oscar Wild, "Il ritratto di Dorian Gray")


venerdì 7 novembre 2014

Un grande, immenso casino

“Torni a casa tua, dove hai vissuto una vita, e scopri che è cambiato tutto, non riesci neanche più a trovare una cuffia per farti il bagno, qualcuno ti frega il drink, un pipistrello ti finisce in mezzo ai capelli ed è tutto un grande, immenso casino.” ( Dorothy Baker, “Cassandra al matrimonio”)


giovedì 6 novembre 2014

Cassandra al matrimonio

L’ultimo libro che ho letto l’ho scelto innanzitutto per la copertina.


Una bella copertina. Bianca, con l’illustrazione del trequarti di una donna di profilo, triste, pensierosa, forse ubriaca. La schiena inarcata, gli occhi chiusi, una mano sul fianco, è ritratta mentre avvicina languidamente una sigaretta alla bocca; elegante, le dita lunghe, le unghie rosse come la bocca, il trucco pesante, indossa un vestito verde che vorrei nell’armadio, stretto sulla vita sottile da un fiocco; a coprire le spalle altrimenti nude un golfino nero.

Poi di questo libro mi ha catturato il titolo: "cassandra al matrimonio", scritto tutto minuscolo come piace fare a me – anche se trovo il “coraggio” di scrivere tutto minuscolo solo nelle mail, e neanche in tutte...
Cassandra che va a un matrimonio? La Cassandra che ho in mente io, la figlia di Priamo che prevedeva sventure a destra e a manca, che va bel bella a un matrimonio? L’idea mi è parsa interessante.
Da ultimo mi ha incuriosito la scrittrice, che non conoscevo: Dorothy Baker, americana, morta negli anni Sessanta.

Alla fine mi è andata bene. Perché, oltre ad avere una bella copertina e un titolo intrigante, “Cassandra al matrimonio” è un buon libro.
La trama è lieve, non esiste intreccio: in duecentocinquanta pagine si racconta il rapporto tra due sorelle gemelle che entra in crisi perché una (Judith) decide di sposarsi e l’altra (Cassandra, guarda caso) è gelosa, preoccupata, delusa e amareggiata dalla scelta, a suo parere convenzionale e destinata a finire male. Sullo sfondo un ranch ai confini del deserto, un weekend, una piscina, un’estate calda, due vestiti uguali, un padre intellettuale che passa il tanto tempo libero a bere e a parlare di filosofia, una nonna che vorrebbe una vita “normale”, una grande assente, una borsetta bianca lunga e stretta piena di pillole che non si trova più…
Di questo libro, che ho letto con piacere e velocemente, mi ha colpito soprattutto la padronanza che la Baker ha della scrittura, una padronanza che mi impressiona. I flussi di parole, le frasi, i dialoghi  non le sfuggono mai di mano. Che bello e che brava.
“Cassandra al matrimonio” è l’ennesima conferma che la letteratura americana della prima metà del secolo scorso è ciò che fa per me.

mercoledì 5 novembre 2014

The end (4)

Il giorno in cui laverò i capelli senza fare la doccia sarà la fine.


lunedì 3 novembre 2014

Il bello della vita secondo me (19)

C dopo la boxe.
Il viso rosso.
La schiena dritta.
Le spalle larghe.
Gli occhi felici.
Il bello della vita secondo me.