Lo so, mi ripeto.
L’ho già scritto che quando sono giù, gioco a
pensare con chi uscirei a cena.
Qualche mese fa sarei uscita con Reinhold Messner per parlare di
montagna e con Linus di Radio Deejay per convincerlo a portarmi a correre con
lui. Acqua passata. Adesso tocca a Jo Nesbø. Jo, se preferisci, vengo io da te
a Oslo, nessun problema, chiamami.
Perché una cena con Jo Nesbø? Primo perché è norvegese e ciò
mi incuriosisce (incredibile ma vero non ho mai rivolto la parola a uomini
nelle cui vene non scorra sangue latino!); secondo perché ha iniziato a
scrivere tardi, a quarant’anni, e in brevissimo tempo è diventato un autore di
culto, e ciò mi affascina; terzo perché sto leggendo il suo ultimo romanzo ("Il confessore") e, come è capitato con gli altri (tranne “Pipistrello” che non
mi ha convinto ma, Jo, non fa niente perché succede anche ai migliori che l’opera
prima sia così così…) rimango incollata alla pagina, la trama mi piglia fin
dalla prima parola della prima frase del primo capitolo, il ritmo mi rimbomba
nelle orecchie tanto è incalzante, insomma è davvero un’ottima lettura, se ti
piace il genere, e io glielo vorrei dire che a me il genere piace, soprattutto
il “suo” genere; quarto perché uscire a cena con Jo Nesbø non sarebbe un po’
come uscire a cena con Harry Hole, il detective, alto, biondo, forte, giusto,
di poche parole, coraggioso, affascinante, contorto, sfregiato, bello, dannato,
alcolista, drogato, e chi più ne ha più ne metta, indimenticabile e indiscusso protagonista
dei suoi bestseller più convincenti?
direi meglio Nesbo di Messner...per lo meno esteticamente. Sulle capacità non sono paragonabili - due talenti nel loro campo. Isa ma un normalissimo uomo che passa a passo veloce muovendo le braccia come se corresse per strada no?
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