martedì 31 marzo 2015

Cosa voglio di più

I miei ultimi 15 giorni.
Ho messo lo smalto a mia figlia, ho fatto la fila dal medico per delle ricette, ho nuotato 2 volte, ho comprato 3 regali, ho cucinato polenta, vongole, calamari, ho acquistato cibo (spero) sano, ho camminato al parco, sono stata a teatro, ho fatto ecografia e mammografia, ho cenato fuori, sono corsa a scuola perché i bambini non stavano bene (2 volte), ho dato le pastiglie per la tosse, mi sono fatta togliere un callo, ho prenotato il parrucchiere, sono andata al cinema con mia figlia, ho pulito casa, ho seminato le piantine nei vasi sul terrazzo, ho fatto sesso, ho ascoltato la radio, ho accompagnato a casa una bambina perchè la madre aveva l'auto rotta, ho tenuto con noi un bambino a pranzo perchè la madre doveva lavorare, ho fatto visita ginecologica e pap test, ho fatto la spesa 7 volte, ho fatto 4 piani di scale senza ascensore con la spesa 7 volte, sono stata a messa, ho bevuto un caffè con un'amica, ho parlato al telefono con un'amica, ho accompagnato i bambini a calcio e a pallavolo e sono andata a riprenderli, ho cambiato le lenzuola, ho ordinato vino e asparagi per Pasqua, ho organizzato un sabato sera con amici, ho realizzato alcuni collage e li ho pubblicati, ho cucinato biscotti ai cereali e torte di mele, ho comprato un regalo per mio marito, sono andata ai colloqui con i professori, ho pagato le bollette, sono andata a fare le pratiche per l'auto bruciata, sono stata alla Asl perché mi è "scaduto" il medico, ho fatto le analisi del sangue, ho fatto un'ecografia transvaginale, ho organizzato il viaggio a Londra, sono stata ad una festa di compleanno, ho prenotato il ristorante per la comunione del piccolo, ho caricato e steso 12 lavatrici, ho letto un libro, ho cercato una casa nuova, mi dono depilata, ho portato fuori l'immondizia, ho cambiato la lampadina in bagno, sono stata in banca per rinegoziare il mutuo, ho portato i bambini dall'ortopedico, ho scritto una lettera a mio padre, ho rotto un ombrello, ho navigato su internet, ho scritto wa inutili, ho tagliato le unghie ai bambini, ho ordinato la cena dal cinese, sono stata al mercato a comprare il pesce, ho comprato libri su amazon, ho cucito bottoni, dipinto un pianeta di cartapesta, ho fatto 124 volte le scale di casa (9.920 gradini), ho letto l'oroscopo di Brezsny su Internazionale, ho scaricato lavastoviglie.
Lo so. Niente di che. 
Mi sono chiesta ogni giorno se sono felice.
:) :(

lunedì 30 marzo 2015

Fuori tutto

Un pomeriggio la signorina Emme posò la penna sulla scrivania, chiuse il quaderno, guardò fuori dalla finestra e disse tra sé e sé: “ecco, ho finito. Ho scritto tutto ciò che dovevo scrivere, tutto ciò che potevo scrivere”. La signorina Emme scriveva da quarant’anni, ogni giorno. Scriveva da quando aveva deciso di non parlare più. Di stare zitta per sempre.  


venerdì 27 marzo 2015

Ho pensato che potevo fingermi sordomuto

“Ho pensato che potevo fingermi sordomuto. Così mi risparmiavo tutte le chiacchiere stupide e inutili. Se qualcuno voleva dirmi qualcosa, doveva scriverlo su un foglio e piazzarmelo davanti. Dopo un po’ si sarebbero stancati, e io avrei chiuso con le chiacchiere per il resto dei miei giorni” (J.D. Salinger, “Il giovane Holden”)


giovedì 26 marzo 2015

mercoledì 25 marzo 2015

I giovani

Ieri ho aspettato tutto il giorno che C tornasse a casa.
Ieri ho aspettato tutto il giorno il momento in cui lo avrei avuto tra le mani.
Ieri ho aspettato tutto il giorno "I giovani", il libro con i tre racconti giovanili - e inediti in Italia - di J.D. Salinger che C mi ha portato a casa fresco fresco di libreria.

                 
Ieri sera ho letto con emozione “I giovani” di Salinger, ed è andata bene.
Salinger è tra i “miei” scrittori. Cerco di spiegarne il perché, ma non è facile.

Salinger è tra i “miei” scrittori perché la sua scrittura è lieve, moderna, sciolta, tesa, sicura.
Perché i suoi personaggi sono lievi, moderni, sciolti, tesi e parlano un sacco ma spesso non dicono niente e potrebbero stare zitti, ma allora non ci sarebbe scrittura.
Perché Salinger racconta la solitudine dei giovani e del quotidiano.
Perché, se sei una che si fa domande e leggi Salinger, non trovi risposte ed è così che deve andare. Domande senza risposte.
Perché di come ha deciso di vivere Salinger e del suo brutto carattere  non me ne frega niente.
Tutto qui.

martedì 24 marzo 2015

The end (13)

Il giorno in cui scierò coi miei figli dietro e a ogni curva mi piegherò sulle gambe, punterò il bastoncino, mi estenderò e dirò “hop” sarà la fine.


lunedì 23 marzo 2015

Cenerentola

L’altra sera ho visto “Cenerentola” di Kenneth Branagh coi miei figli e con gli amici e adesso, caro lettore, mi piacerebbe trovare dei motivi per spingerti ad andare al cinema a vederlo. Ma non ci riesco. Perché ho trovato questo film inutile. Per undici ragioni che scrivo veloce veloce:
  1. perché nel nuovo film della Disney non c’è nessun elemento di novità e quindi di modernità rispetto alla storia tradizionale (F, finito il film, mi ha detto: “mamma, se mi leggevo il libro o mi riguardavo il cartone, sarebbe stato uguale, con l’unica differenza che Cenerentola e il principe si incontrano prima del ballo, nel bosco”).
  2. Perché il film è piatto e noioso, non fa ridere, non emoziona, non è divertente, non è arguto mai.
  3. Perché i costumi sono belli, solo belli.
  4. Perché la musica è noiosa.
  5. Perché la matrigna (Cate Blanchett) e le sorellastre hanno i capelli rossi, mannaggia.
  6. Perché, mentre guardi il film, sei lì che speri che arrivi la trovata, il guizzo che ti sorprende perché non ci credi che il film possa essere così noioso e senti tutto il tempo che ci potrebbe anche stare un elemento di novità e lo aspetti con curiosità, e invece niente, niente di niente.
  7. Perché, anche se Kenneth Branagh è bravo e ha svolto il suo compito in modo elegante, tu pensi “per favore, quando c’è da riportare sullo schermo favole classiche, sentite e viste centinaia di volte, diamo spazio ai più giovani”.
  8. Perché guardi il film e continui a pensare che forse ti sta sfuggendo qualcosa e che sei tu che non stai afferrando la bellezza della favola e del film, e non è bello.
  9. Perché Cenerentola è “gentile e coraggiosa” come le ha detto di essere la mamma in punto di morte, e questo è un buon messaggio, soprattutto per le ragazzine. Ma che palle.
  10. Perché alla fine Cenerentola si gira e dice alla matrigna “ti perdono”, ma non ce ne era bisogno e ti viene da dire “buhhhhh” col pollice verso.
  11. Perché l’unica cosa che mi è rimasta in testa è la risposta che Cenerentola dà al principe quando lui, nel bosco, le chiede perché si fa trattare così male dalla matrigna e dalle sorellastre e lei risponde più o meno con queste parole: “mi trattano così perché è così che sono capaci”. Troppo poco.

ps: “Biancaneve” del regista indiano Tarsem Singh, con Julia Roberts nel ruolo della matrigna e la figlia di Phil Collins nel ruolo di Biancaneve, rimane per me la miglior rivisitazione cinematografica di una favola classica. Divertente, modernissimo, colorato, ironico, abbagliante, super veloce, ecc ecc.

sabato 21 marzo 2015

venerdì 20 marzo 2015

Il bello della vita secondo me (30)

Sciare sotto il Cervino.
Proprio sotto, sotto sotto che più sotto non si può.
Il bello della vita secondo me.




giovedì 19 marzo 2015

Un fantasma nella mia stanza

Alle sette ho aperto gli occhi e nell’aria c'era odore di sigaretta.
Ho pensato tra me e me: “stanotte un fantasma si è aggirato nella mia stanza e ha lasciato traccia di sé”. Sarà stato il fantasma di mio padre che mi ha fatto visita mentre dormivo?


martedì 17 marzo 2015

The end (12)

Il giorno in cui abbasserò le tapparelle perché i vetri non si bagnino di pioggia sarà la fine.


lunedì 16 marzo 2015

Il bello della vita secondo me (29)

Un nonno che spinge il nipotino sull’altalena e canta: “mi basta il tempo di morire fra le tue braccia così, domani puoi dimenticare, domani… ma adesso, adesso dimmi di sì”.
Il bello della vita secondo me.


venerdì 13 marzo 2015

Invece no

Vorrei vivere rilassata.
Senza forzare la mano.
Senza spingere.
Seguendo la corrente.
Invece no.


giovedì 12 marzo 2015

Il bello della vita secondo me (28)

Correre con la musica sparata nelle orecchie, salutare la mia gioventù e sentirmi immortale.
Il bello della vita secondo me.


mercoledì 11 marzo 2015

Voci della verità (6)

“Cantami, o Diva, del Pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei”, declama improvvisamente e teatralmente S per la strada, tornando a casa da scuola.
F, che ha sei anni e le cammina al fianco, la ascolta e poi le chiede serio: “è inglese?”.


venerdì 6 marzo 2015

Desideravo solo tornare a casa e mettermi a leggere

“Ogni giorno si ripeteva la stessa storia.
Finivo in fretta i lavori di casa, e per tutto il mattino leggevo. Prima di mezzogiorno posavo il libro e preparavo il pranzo per mio marito. Quando lui tornava in studio, prima dell’una, prendevo la macchina e andavo in piscina. Da quando non dormivo più, ogni giorno riuscivo a nuotare un’ora di fila. Mezz’ora di movimento non mi bastava. Mentre nuotavo ero totalmente concentrata in quello che facevo, non pensavo a null’altro. Mi preoccupavo soltanto di fare i movimenti giusti, di inspirare ed espirare regolarmente. Quando incontravo qualcuno che conoscevo non conversavo quasi più, scambiavo solo un breve saluto. Se mi invitavano a fare qualcosa, mi scusavo col pretesto che avevo un impegno. Non avevo voglia di incontrare nessuno. Non avevo tempo da perdere in stupide chiacchiere. Dopo aver nuotato fino al limite delle mie forze, desideravo solo tornare a casa  e mettermi a leggere senza perdere un secondo.” (Murakami Haruki, “Sonno”)


giovedì 5 marzo 2015

Sonno

Ho letto "Sonno", un racconto di Murakami Haruki uscito anni fa nella raccolta “L’elefante scomparso e altri racconti” e che da qualche mese è tornato in libreria in una nuova edizione rilegata e con illustrazioni su carta patinata di Kat Menschik che non mi rimarranno impresse nella memoria.
Leggere queste pagine è stato come bere un bicchier d’acqua: va giù bene, ma vuoi mettere con un bicchiere di rosso, caldo e corposo…


La protagonista di “Sonno” è una donna di trent’anni che racconta la propria vita che trascorre calma, tranquilla, apparentemente serena, sicuramente monotona. Si occupa della sua casa, del suo bravo e coscienzioso marito e del figlioletto; fa la spesa ogni giorno, cucina ogni giorno, si prende cura del proprio corpo ogni giorno perché ci tiene, e ogni giorno va in piscina a nuotare per una mezz'oretta. Insomma, tutto ok. A un certo punto, però, la donna fa uno strano sogno e di colpo smette di dormire. Non dorme più, nemmeno un’ora, nemmeno un minuto. E invece di stare male, di indebolirsi, di inebetirsi e di rimbambirsi per la stanchezza, diventa più forte e sensibile che mai.
Di notte riprende a leggere come da troppo tempo non faceva: legge tantissimo, senza sosta e senza stancarsi, con la consapevolezza fortissima di capire ciò che legge fino in fondo, meglio e più di prima. Si concentra di più, si emoziona di più.
Così, giorno dopo giorno, sente di non aver voglia di fare altro, solo di leggere. Leggere, bere cognac e mangiarsi cioccolato mentre marito e figlio dormono e non si accorgono di niente. A volte esce di casa e si fa un giro in macchina. E nessuno lo sa.
Una notte, però, osserva suo marito da vicino e si accorge di colpo che è brutto, che è stanco, che dorme come un sasso, e ciò la infastidisce. Poi va in camera del figlio, osserva anche lui e vede nel suo viso i lineamenti del marito e della suocera ed è a disagio perché anche questo la infastidisce. Marito e figlio le sono improvvisamente e violentemente estranei, così diversi da lei, così appagati di sé, così rigidi. Li disprezza e allo stesso tempo teme questo suo nuovo ed estremo modo di essere e di capire.
Dopo diciassette giorni senza dormire inizia ad avere anche dei pensieri sulla morte. Si domanda se la morte non consista nello stare eternamente svegli a guardare il buio, altro che “sonno eterno” o “eterno riposo”… Questi pensieri le provocano orrore. Quindi esce, parcheggia la macchina e cerca di rilassarsi, ma due ombre nere si avvicinano…

La trama di “Sonno” intriga, non c’è dubbio, ma è sviluppata troppo poco, purtroppo. Non mi basta. Queste poche pagine potevano essere l’inizio, o la traccia, di un romanzo più ampio e complesso che probabilmente avrei divorato. Magari lo scrittore giapponese ci ha pure provato e il romanzo non gli è venuto, non lo so. In ogni caso questa nuova edizione, costosa e così illustrata, non era necessaria, e infatti il libricino l’ho sfogliato in libreria, ma poi me lo sono preso in prestito in biblioteca. Voto: 7-.

mercoledì 4 marzo 2015

Zitta

La signorina Emme parlava.
Parlava sempre.
Parlava, parlava, parlava.  
Di notte, però, si sognava muta. Zitta. Faceva sogni bellissimi in cui erano gli altri a parlare e lei no, ascoltava solo.
Poi si svegliava la mattina con in testa una domanda, sempre la stessa: “ Ma se smettessi di parlare, smetterei di esistere?”. Quindi si preparava e usciva di casa per andare al lavoro. Così tutti i giorni.
Un giorno si svegliò e un'idea le balenò chiara nella mente. Da quel giorno la signorina Emme sarebbe stata zitta, non avrebbe parlato più. Zitta per sempre.


martedì 3 marzo 2015

Quello che non vorrei essere

A volte litigo selvaggiamente con i miei figli.
Questo mi distrugge.
Mi fa sentire come mia madre, come se fossi diventata mia madre.
Questo mi distrugge.