martedì 30 settembre 2014

Magra consolazione

“Pensa alle mamme degli uccellini. Quando i loro piccoli lasciano il nido per imparare a volare delle due, l’una: o ce la fanno e volano via oppure precipitano dall'albero e si sfracellano”, dice lui a lei mentre aspettano loro figlio che ritarda nel rientrare da scuola.


(immagine tratta da "Secret Garden" di Johanna Basford)

lunedì 29 settembre 2014

Scuola media: il (mio) manuale di sopravvivenza (2)

Regola numero 2: alle medie, mamma, niente mano e niente baci.

Può capitare che la mamma accompagni l’(ex)bambino a scuola. Non è vietato. Basta attenersi alla regola numero due: non ci si avvicina alla scuola tenendo per mano l’(ex)bambino e non lo si bacia davanti all'ingresso. Questo vale anche se l’(ex)bambino quando è a casa riempie la mamma di baci, di abbracci e le chiede di fargli il solletico sul lettone come quando aveva due anni. 
Studi recenti hanno dimostrato che la mamma sarà in grado di abituarsi alla nuova realtà.


venerdì 26 settembre 2014

Pechino Express

Aldo Grasso l’ha sdoganato sul corriere.it definendolo un programma per un pubblico “smart”. Quindi posso fare coming out: dichiaro di essere un’appassionata spettatrice di “Pechino Express”, reality show in onda il lunedì su Rai2 alle 21.15 circa, e che appassionati spettatori lo sono anche i miei figli e mio marito.
Il programma è ormai giunto alla sua terza edizione e penso di non essermi persa nemmeno una puntata. È che “Pechino Express” mi diverte e, a differenza di altri reality, è originale e per niente volgare. Unico neo: F e S il lunedì vanno a letto tardi e alla mattina svegliarli è impegnativo… per cui, cari produttori di “Pechino Express” che state leggendo il mio blog, vi chiedo: perché l’anno prossimo non lo mandate in onda il venerdì? o il sabato? Rimango in attesa di un cortese riscontro e ringrazio in anticipo per l’attenzione.
Torniamo a noi. Il format, per chi non lo conoscesse, prevede che otto coppie più o meno famose debbano compiere un lungo viaggio in alcuni dei paesi più affascinanti d’Oriente con lo zaino in spalla, un euro al giorno per mangiare, spostandosi da un posto all'altro in autostop e dormendo in luoghi di fortuna, potendo contare solo sull'ospitalità e generosità della popolazione locale. Quest’anno i concorrenti dovranno attraversare Birmania, Malesia, Singapore e Indonesia. Vince la coppia che arriva per prima alla tappa prefissata all'inizio di ogni puntata e, in ogni puntata, una coppia può essere eliminata.
Il programma è condotto da un ex concorrente della prima edizione, Costantino della Gherardesca, che mi piace perché è sagace, moderno, colto e ironico al punto giusto, insomma ci sa fare, è a proprio agio nel ruolo e non è invadente.


Le coppie vivono esperienze estreme e sono messe alla prova, a volte anche con durezza. Si capisce che sono state selezionate con cura perché i caratteri vengono fuori e tu impari a conoscerle puntata dopo puntata, inizi anche ad affezionarti e a “gareggiare” con loro. Ti scegli la "tua" coppia e fai il tifo per lei fino alla fine.
Quest’anno le coppie in gioco mi sembrano particolarmente interessanti. La mia preferita è la coppia delle Cougar, composta da Eva Grimaldi e Roberta Garzia, due donne non giovanissime, simpatiche, autoironiche, coraggiose e a loro modo anche eleganti. 


F, invece, tiene ai Fratelli (Clementino - il rapper di "O'Vient" , colonna sonora delle nostre vacanze in Croazia l’anno scorso - e suo fratello); S, che fa ginnastica artistica, tifa per i “colleghi” Coreografi.


Mentre C ha iniziato con gli Eterosessuali pensando a chissà cosa (in realtà si tratta di due figaccioni talmente molli che sono già stati eliminati dal gioco…) ma poi li ha abbandonati e ora tiene ai Coinquilini, due veri maranza della periferia milanese che però sono forti e ci fanno ridere.
“Pechino Express” non è trasmesso in diretta, perché sarebbe tecnicamente impossibile (tutti i concorrenti vengono seguiti durante il loro viaggio da un cameraman che li riprende) quindi il lavoro di montaggio è determinante. E proprio nel montaggio (e nella simpatia dei concorrenti e nella bellezza dei paesaggi e nel ritmo del programma e nelle capacità del conduttore) sta secondo me – e secondo l’autorevole Grasso -  il punto di forza della trasmissione.
Provate per credermi.


giovedì 25 settembre 2014

C’è chi…

C’è chi ha bisogno di suonare il clacson nel preciso istante in cui il semaforo diventa verde. È solo fretta?


martedì 23 settembre 2014

Scuola media: il (mio) manuale di sopravvivenza (1)

per il mio (ex)bambino che ha iniziato la prima media e ha un brufolo giallo sulla tempia…

Regola numero 1: alle medie si va a scuola da soli e le mamme sbirciano dalla finestra.

Perché l’(ex)bambino sia felice e non si senta abbandonato dalla mamma, basterà accompagnarlo a scuola il primo giorno. Poi ci andrà da solo, o con gli amici più grandi che lo aspetteranno all’inizio della via.
L’(ex)bambino uscirà puntuale ogni mattina con lo zaino in spalla; la mamma lo potrà guardare dalla finestra mentre cammina tranquillo al margine della strada. Lui si volterà, le sorriderà e le farà ciao con la (ex)manina.
Dopo sei ore l’(ex)bambino tornerà a casa. La mamma potrà affacciarsi alla finestra quando lo sentirà arrivare. Lui alzerà lo sguardo, la vedrà, le sorriderà, e le farà ciao con la (ex)manina. Poi salirà in casa e pranzeranno insieme.
Attenzione, però, perché potrà andare diversamente. Potrà capitare che l’(ex)bambino torni a casa da scuola in compagnia di una ragazzina più grande, una vicina di casa. La mamma, allora, che lo avrà sentito arrivare, e che starà per affacciarsi alla finestra, si dovrà bloccare. Dopo un inevitabile tumulto nello stomaco, dovrà riprendere velocemente possesso delle proprie facoltà mentali e tornare la mamma sensibile e poco invadente che sa di essere. Sarà opportuno che rimanga ben nascosta dietro la tenda e, da questa posizione, potrà constatare che l’(ex)bambino non alzerà lo sguardo verso la finestra, non la vedrà, non le sorriderà, e non le farà ciao con la (ex)manina. La mamma dovrà comunque andare a buttare la pasta e dovrà far finta di niente per il resto della giornata.
Studi recenti hanno dimostrato che la mamma possiede gli strumenti necessari per abituarsi alla nuova realtà.


lunedì 22 settembre 2014

Nessun perdono

A cena.
“Allora, F, che effetto ti ha fatto tornare alla tua vecchia scuola materna?”, chiede la mamma.
“È stato bello. Ho tanti ricordi. Gli spazi, i giochi, il giardino, le maestre… ma soprattutto l’angolo morbido. Troppo bello, ci stavo un sacco di tempo”.
“Ah, è vero, quanti ricordi! Anch’io adoravo l’angolo morbido. Peccato però che stavo per perdere la vita nell’angolo morbido… vi ricordate? È stato quando quel deficiente di Raffaele – che per fortuna ora non vedo più perché ha cambiato scuola - ha aizzato Simone contro di me e lo ha convinto a mordermi la schiena. Me lo ricordo come fosse ieri… mi è persino rimasta la cicatrice!”, racconta drammatica S.
“Oh, cavolo, mi ricordo… chissà che fine ha fatto Simone? È da tanto che non lo si vede in giro”, prosegue preoccupato F.
“Sarà in un carcere minorile”, conclude laconica S.
Femmina diabolica che non conosce il perdono.


domenica 21 settembre 2014

venerdì 19 settembre 2014

Nascere, vivere, morire

“Dio... Dov'è? Un tempo si diceva: in cielo. Ma il cielo non esiste. Cos'è il cielo? Spazio. I confini dell’universo sono a tredici miliardi e settecento milioni di anni-luce... Dov'è Dio? Chi vuol crederci ci creda. Io dico ad alta voce “no”. Certo a ottantatré anni sarebbe anche ora di cominciare a pensare al futuro, no? Uno nella vita può fare qualche fesseria, dire qualche scempiaggine rispetto al signore Iddio, però a ottantatré anni deve fare un po’d’attenzione. Ma la realtà è sempre quella. Nascere, vivere, morire. E basta. Nient’altro. Spero di morire lucido e a occhi aperti». (José Saramago, dal documentario “José e Pilar” di Miguel Gonçalves Mendes)


mercoledì 17 settembre 2014

C'è chi...

C’è chi ha bisogno di parlare solo di ciò che di bello gli accade nella vita.
E il brutto? 
Non conta? 
Non c’è? 
Forse fa paura? 
Forse imbarazza? 
Forse indebolisce? 
Forse non interessa? 
Meglio tenerlo nascosto? 
Meglio tenerlo per sé? 
Meglio far finta che non esista e che la vita sia sempre e solo bella?
Non so.
So, però, che ascoltare chi ha bisogno di parlare solo di ciò che di bello gli accade nella vita inizia ad annoiarmi.


martedì 16 settembre 2014

L’amore non esiste

vorrei averla scritta io

L'amore non esiste, è un cliché di situazioni
tra due che non son buoni ad annusarsi come bestie
finché il muro di parole che hanno eretto
resterà ancora fra loro a rovinare tutto.

L'amore non esiste, è l'effetto prorompente
di dottrine moraliste sulle voglie della gente,
è il più comodo rimedio alla paura
di non essere capaci a rimanere soli.

L'amore non ha casa, non ha un'orbita terrestre,
non risponde ai più banali meccanismi tra le forze,
è un assetto societario in conflitto d'interesse.
L'amore non esiste.

Ma esistiamo io e te
e la nostra ribellione alla statistica,
un abbraccio per proteggerci dal vento,
l'illusione di competere col tempo.
Io non ho la religiosa accettazione della fine,
potessimo trovare altri sinonimi del bene.
L'amore non esiste. Esistiamo io e te.

L'amore se poi esiste è quest'idea di attaccamento
che ha l'uomo del mio tempo per le tante storie viste.
Non esiste fare i conti, accontentarsi piano piano
di una vita mano nella mano.

L'amore non esiste, è un ingorgo della mente
di domande mal riposte e di risposte non convinte.
Vuoi tu prendere per sposo questa libera creatura
finché Dio l'avrà deciso o solamente finché dura?

Ma esistiamo io e te,
e la nostra ribellione alla statistica.
Un abbraccio per proteggerci dal vento,
l'illusione di competere col tempo.
E non c'è letteratura che ci sappia raccontare,
i numeri da soli non riescono a spiegare.
L'amore non esiste. Esistiamo io e te.

Io non ho la religiosa accettazione della fine,
potessimo trovare altri sinonimi del bene.
L'amore non esiste.



lunedì 15 settembre 2014

Il bello della vita secondo me (17)

Sono seduta sul sagrato di una chiesa, sotto il sole caldo d’estate.
Disegno su un quaderno il profilo di ciò che vedo.
Mia figlia mi raggiunge, si siede vicino, mi osserva per un po' e poi mi chiede gentile di andare avanti lei.
Le passo quaderno e pastelli.
Finisce il disegno. Seria. Poi lo colora.
Ci guardiamo e siamo entrambe soddisfatte e sudate.
Il bello della vita secondo me.






venerdì 12 settembre 2014

Genitori e figli bis

“Vi pare educato comportarvi così? Non sentite come tutto questo non sia affatto divertente? Non trovate patetico che siate i soli a ridere delle vostre battute e delle vostre citazioni? Non ne avete abbastanza di tutta questa autoreferenzialità? Vi assicuro, e vi prego di fidarvi di me, che non siete spiritosi, non siete educati, siete semplicemente molesti, per chi vi guarda e per chi vi ascolta. Riuscite solo a fare la parte degli stupidi. Senza contare che alla fine diventate ripetitivi. Anche le battute di Mel Brooks, di Woody Allen o di Nanni Moretti – tutte cose che, per la cronaca, io vi ho insegnato ad amare -, ripetute trecento volte diventano indigeste. La dovete smettere. Intesi?” (A. Piperno, “Persecuzione”)


giovedì 11 settembre 2014

The end (2)

Il giorno in cui penserò di dover avere una cantina in ordine sarà la fine.


mercoledì 10 settembre 2014

domenica 7 settembre 2014

Il bello della vita secondo me (16)

Mio figlio che si tuffa dagli scogli.
Di testa.
Non ha paura.
Non ho paura.
Il bello della vita secondo me.


mercoledì 3 settembre 2014

Silenzio

Incorniciato su una parete bianca della casa museo di Hermann Hesse a Montagnola, sopra Lugano, ho trovato questo pensiero.

Le parole di Meng Hsia
“Quando uno è ormai vecchio
e ha compiuto il suo dovere
gli è concesso, nel silenzio,
stringere amicizia con la morte.
Non ha bisogno degli altri,
ne ha visti abbastanza,
ormai li conosce bene.
Ciò di cui ha bisogno è il silenzio.
Non è decoroso
andare a trovarlo,
rivolgergli la parola e tormentarlo
con le chiacchiere.
Alla porta della sua dimora conviene
passar oltre,
come se fosse l’abitazione
di nessuno.”

Hermann Hesse non è tra i “miei” scrittori. Non lo è mai stato, nemmeno quando ero giovane. Per colpa mia, del mio materialismo, della mia scarsa propensione alla spiritualità e alla religione.
Ma il pensiero che Hesse ha conservato come un quadro nella sua casa in Canton Ticino lo condivido. Perché è proprio così che vorrei trascorrere la fine dei miei giorni.
Silenzio.
Solo silenzio.
Nel silenzio prepararmi.
Nel silenzio stringere amicizia con la morte.


martedì 2 settembre 2014

Separazione

Forse era sabato. Da poco ero tornata da scuola e stavo pranzando, probabilmente svogliatamente. Già pensavo al pomeriggio. Alle due mi sarei chiusa in camera a studiare e non ne sarei più uscita fino a sera. Facevo così tutti i giorni. O quasi.
Mio padre era via. Capitava spesso perché viaggiava spesso, per lavoro.
Quel giorno inaspettatamente rientrò a casa. Io stavo finendo di mangiare. C’era anche mia sorella.
Una settimana prima mia madre aveva lanciato in aria un piatto di risotto. Ricordo il riso schiacciato per terra in cucina e la fatica poi di pulire. Più o meno nello stesso periodo, con un calcio avevo crepato un’anta di un mobile della cucina. Tutto avveniva quasi sempre in cucina, che era grande, con le tende gialle, le piastrelle bianche con dei grossi soli arancioni, il tavolo in mezzo e il lampadario che si tirava giù.
Mio padre e mia madre quel sabato erano seri e ci chiesero l’attenzione, avevano qualcosa di importante da dirci. Parlò mio padre: “Ragazze, io e la mamma abbiamo deciso di separaci”. Ricordo bene la mia reazione. Battei le mani ed esclamai con convinzione: “Avete tutta la mia approvazione!”. Ero giovane.