domenica 28 agosto 2016

Il nome con cui tu conosci la vita

"Si accende una Gitane e io mi alzo, lo raggiungo accanto alla finestra. Non c’è bisogno di chiedere, lui mi porge la sua sigaretta già accesa. Una boccata sola, gliela restituisco.
-Così ti torna il vizio, signor procuratore.-
-Non pensavo che tu chiamassi vizio il fumo, Balistreri.-
-Infatti. Ho usato il nome con cui tu conosci la vita.-" (R. Costantini, “La moglie perfetta”)

(foto di Nina Leen)

sabato 27 agosto 2016

Voci della verità (18)

Dopo colazione torno a letto. Ho voglia di leggere. C’è ancora tempo, è presto e mi sento bene.
Prendo il mio libro, mi giro verso C, gli metto la copertina sotto il naso e gli dico: “Guarda guarda che bel libro sto leggendo!"
“Mmmmh, “La moglie perfetta”. Non sei tu”, bofonchia con voce assonnata.


giovedì 25 agosto 2016

Tre regole

“Lou aveva tre regole. La prima, non aver paura di nessuno; la seconda, se vedi roba che ti piace fatta da altri, guarda e impara; la terza, devi essere sempre, sempre molto tenero.” (Laurie Anderson, intervista su “Io Donna” del 20 agosto 2016)


martedì 23 agosto 2016

Santa Caterina Valfurva

“Ah! Santa Caterina Valfurva, sì. Il posto più freddo del mondo, dove tutti si chiamano Compagnoni o Confortola…”, hanno esclamato mia madre e mia suocera dopo la mia decisione di prenotare lì e non a Bormio. E così, inevitabilmente, sono partita preoccupata, prevenuta e soprattutto attrezzata per combattere un freddo polare.

Invece, a Santa Caterina Valfurva sono stata proprio bene.  
A Santa Caterina Valfurva, infatti:
- sono stata lontana dal caos automobilistico, turistico e milanesissimo di Bormio.
- Ho camminato piano piano su ripidi sentieri di montagne alte, aspre e rocciose.


- Ho conosciuto gente che non spreca parole.
- Ho soggiornato nell’albergo di un signore che, quando ha un’ora libera, sale di corsa sulla montagna e poi torna giù, sempre di corsa e così tiene sotto controllo pressione e colesterolo, fino a qualche anno fa alti, ma adesso non più.
- Ho incontrato marmotte curiose, fischiettanti, immobili come belle statuine con lo sguardo fisso su di noi che salivamo al rifugio annaspando.
- Sono stata vicinissima a ghiacciai himalayani.


- Ho attraversato traballanti ponti tibetani.


- Dopo il temporale, ho visto un arcobaleno doppio e vicinissimo, ma non sono andata a cercare la pentola piena d’oro.


- Ho trovato tracce della Grande Guerra e mi sono domandata che razza di giornate trascorressero gli alpini dislocati sugli avamposti di montagna, e così i miei figli e mio marito hanno inscenato un tragicomico siparietto.



- Sono stata a più di tremila metri e il cuore cercava di saltarmi fuori dal petto come ogni volta che salgo sopra i duemila metri, e per l’ennesima volta mi sono chiesta “e se un giorno decidessi davvero di fare un trekking al campo base dell’Everest? il mio cuore reggerebbe?”
- Ho fatto un tratto di sentiero in jeep in compagnia di persone che dicevano “ci sono i crepacci? e allora? che problema c’è? se cadi in un crepaccio, tagli la corda, no?!” e ho pensato a come se la stessero tirando e lo stesso pensiero l’ha avuto mio figlio, mentre C no.
- Non sono andata a sentire Marco Confortola parlare della sua salita sul Makalu, un po’ perché Confortola non è Bonatti e nemmeno Messner, un po’ perché pioveva e la sala era stracolma.
- Ho pensato ad Achille Compagnoni, che a Santa Caterina è nato, e alla sua assurda versione dei fatti accaduti sul K2 tanti anni fa.
- Ho raccontato a mia figlia che campionessa è stata Debora Compagnoni.
- Ho pensato di essere in Cile e non nel Parco nazionale dello Stelvio, tanto è sorprendentemente bello e selvaggio.


- Non ho visto stambecchi, né aquile reali, ahimè, ma sarà per la prossima volta.
- Ho comprato un “pezzotto” per me e uno per mia mamma.


- Ho visto mio figlio mangiare con un appetito da lupo.
- Ho visto mia figlia attraversare torrenti saltando in equilibrio sui sassi, senza timore.
- Ho visto una mucca muggire vicino al corpicino del suo vitellino abortito sull’erba.
- Ho effettivamente constatato che tutti si chiamano Compagnoni e Confortola, ma “non è che siamo tutti parenti!"
- Non ho sentito freddo, ma “prova ad andarci d’inverno, poi mi dici!”.

lunedì 22 agosto 2016

Lei si sarebbe appassionata al problema

“Duca tornò da basso e salì in auto accanto a Livia. -Vai dove ti pare, ma da nessuna parte precisa -, le disse. Le circondò le spalle con un braccio, c’era quella domanda che lo innervosiva: perché doveva essere contento che una feroce assassina come quella donna, fosse viva, invece che morta? Viva, invece che scomparsa dalla faccia della terra? Perché?
Doveva chiederlo a Livia, a Livia Ussaro, la sua Minerva personale e privata. –Senti, perché-, cominciò a spiegarle. Lei si sarebbe appassionata al problema.” (G. Scerbanenco, “I ragazzi del massacro”)



sabato 20 agosto 2016

Una persona fortunata

Le bastava abbassare lo sguardo sull'erba per trovare un quadrifoglio. Eppure non si era mai considerata una persona fortunata. Fino a quel giorno, quando improvvisamente tutto cambiò.


sabato 13 agosto 2016

mercoledì 10 agosto 2016

In sospeso

Arrivarono i primi giorni di agosto e lei continuava a tenere tutto in sospeso, come se qualcosa potesse ancora cambiare.
L’armadio da tinteggiare; il frigo da riempire; la biancheria da riordinare; le idee da raccogliere; le decisioni da prendere; le visite da prenotare; le domande da fare. Tutto in sospeso. Ma non era poi così male. Doveva aspettare. Finalmente solo aspettare.


martedì 9 agosto 2016

Scrivo

Scrivo poco.
Scrivo male.
Scrivo a mano.
Scrivo e non capisco la mia scrittura.
Scrivo senza alcun ordine.
Scrivo cose già scritte.
Scrivo banalità.
Scrivo a caso.
Scrivo e sudo.
Scrivo e cambio idea.
Scrivo e mi vergogno.
Non ho più niente da scrivere (?).
Smetto di scrivere (?).
Voglio tornare a scrivere.
Scrivo.