giovedì 5 marzo 2015

Sonno

Ho letto "Sonno", un racconto di Murakami Haruki uscito anni fa nella raccolta “L’elefante scomparso e altri racconti” e che da qualche mese è tornato in libreria in una nuova edizione rilegata e con illustrazioni su carta patinata di Kat Menschik che non mi rimarranno impresse nella memoria.
Leggere queste pagine è stato come bere un bicchier d’acqua: va giù bene, ma vuoi mettere con un bicchiere di rosso, caldo e corposo…


La protagonista di “Sonno” è una donna di trent’anni che racconta la propria vita che trascorre calma, tranquilla, apparentemente serena, sicuramente monotona. Si occupa della sua casa, del suo bravo e coscienzioso marito e del figlioletto; fa la spesa ogni giorno, cucina ogni giorno, si prende cura del proprio corpo ogni giorno perché ci tiene, e ogni giorno va in piscina a nuotare per una mezz'oretta. Insomma, tutto ok. A un certo punto, però, la donna fa uno strano sogno e di colpo smette di dormire. Non dorme più, nemmeno un’ora, nemmeno un minuto. E invece di stare male, di indebolirsi, di inebetirsi e di rimbambirsi per la stanchezza, diventa più forte e sensibile che mai.
Di notte riprende a leggere come da troppo tempo non faceva: legge tantissimo, senza sosta e senza stancarsi, con la consapevolezza fortissima di capire ciò che legge fino in fondo, meglio e più di prima. Si concentra di più, si emoziona di più.
Così, giorno dopo giorno, sente di non aver voglia di fare altro, solo di leggere. Leggere, bere cognac e mangiarsi cioccolato mentre marito e figlio dormono e non si accorgono di niente. A volte esce di casa e si fa un giro in macchina. E nessuno lo sa.
Una notte, però, osserva suo marito da vicino e si accorge di colpo che è brutto, che è stanco, che dorme come un sasso, e ciò la infastidisce. Poi va in camera del figlio, osserva anche lui e vede nel suo viso i lineamenti del marito e della suocera ed è a disagio perché anche questo la infastidisce. Marito e figlio le sono improvvisamente e violentemente estranei, così diversi da lei, così appagati di sé, così rigidi. Li disprezza e allo stesso tempo teme questo suo nuovo ed estremo modo di essere e di capire.
Dopo diciassette giorni senza dormire inizia ad avere anche dei pensieri sulla morte. Si domanda se la morte non consista nello stare eternamente svegli a guardare il buio, altro che “sonno eterno” o “eterno riposo”… Questi pensieri le provocano orrore. Quindi esce, parcheggia la macchina e cerca di rilassarsi, ma due ombre nere si avvicinano…

La trama di “Sonno” intriga, non c’è dubbio, ma è sviluppata troppo poco, purtroppo. Non mi basta. Queste poche pagine potevano essere l’inizio, o la traccia, di un romanzo più ampio e complesso che probabilmente avrei divorato. Magari lo scrittore giapponese ci ha pure provato e il romanzo non gli è venuto, non lo so. In ogni caso questa nuova edizione, costosa e così illustrata, non era necessaria, e infatti il libricino l’ho sfogliato in libreria, ma poi me lo sono preso in prestito in biblioteca. Voto: 7-.

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