mercoledì 15 giugno 2016

L’allenamento

Torno a casa dal lavoro quando i bambini dormono ancora. Bevo più che posso. Indosso calzoncini e canottiera, metto le lenti a contatto. Mi allaccio le stringhe delle scarpe, preferisco tenerle larghe, poi al massimo le stringerò, adesso non voglio nulla che mi stia stretto.
Esco di casa. Inizio a correre contro voglia, come ogni volta. Alla prima curva vorrei tornare indietro.
Mi viene il fiatone subito, avrò corso quattrocento metri… Poi lo spezzo, ed è un miracolo che si ripete ogni volta che esco a correre.
Le gambe vanno. La musica nelle orecchie è quella giusta, il volume è altissimo.
Arrivo alla salita che mi mette a dura prova da settimane. Rallento tantissimo, quasi mi fermo, penso: “…preferirei morire”. Per fortuna la compagnia della radio mi mette di buon umore, guardo le montagne e il cuore si calma. Il cielo è bellissimo, nuvole grigie da nord, anche oggi pioverà, ne sono certa. Il grano nei campi non è ancora maturo. Sul ciglio del sentiero crescono papaveri rossi e delicati, peccato che raccoglierli sia inutile.
Attraverso la strada, torno sul marciapiede e abbasso lo sguardo per evitare le cacche dei cani.
Bene, va tutto bene. Mi sento bene.
Ho quasi finito.
“Potrei non fermarmi più”. Lo penso ogni volta che sto per finire, ma so che non è vero. La verità è che dopo oggi sarò solo più allenata e che da domani dovrò correre sempre più chilometri.
Rallento.
Cammino.
Respiro.
Mi fermo.
Sono sudatissima e contenta.
Salgo in casa. I bambini adesso sono svegli.


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