mercoledì 21 gennaio 2015

American Sniper

Ho visto “American Sniper” e non mi sono emozionata.


Il nuovo film di Clint Eastwood racconta la storia vera di Chris Kyle, un bravo ragazzo americano cha a trent’anni decide di mollare la sua vita da cowboy, di arruolarsi in un corpo speciale dell’esercito e di partire per l’Iraq.
Chris è un tipo semplice, è coraggioso, buono, altruista, gentile, e ha una mira infallibile. Non a caso in Iraq trascorre la maggior parte del suo tempo sdraiato a pancia in giù su tetti di case fatiscenti per ammazzare col suo fucile chiunque minacci la vita dei marines in missione tra le strade della città. One shot, one kill. Molto semplicemente: Chris osserva, prende la mira, fa un bel respiro, spara e colpisce. E con mirabolante precisione fa fuori più di cento persone, compresi donne e bambini che i ribelli irakeni mandano in giro per le strade con le bombe nascoste sotto i vestiti.
Per fortuna ogni tanto Chris torna a casa, dove lo aspettano una bella moglie e dei bei bambini; lei però è un po’ incazzata perché lui ritorna dalla guerra sempre più stravolto, ma ogni volta pronto a ritornarci. Del resto lui ci crede veramente a quello che fa, e crede veramente che l’America sia il miglior paese del mondo. Chris è un eroe vero, un vero patriota che non si tira indietro davanti a niente e a nessuno. E poi ha una missione da compiere: deve annientare il terribile cecchino siriano in prestito agli irakeni che, come lui appostato sui tetti della città messa a ferro e fuoco, continua inesorabile a mietere vittime americane.
Poi un giorno, dopo quattro turni di missione e mille giorni trascorsi a respirare la polvere e la sabbia irakene, Chris torna a casa definitivamente e con fatica riesce a trovare una nuova dimensione esistenziale in cui vivere decentemente. Chris si occupa dei reduci di guerra, li ascolta, li sostiene, li protegge. Fino a quando…

Non posso dire che “American Sniper” non sia un buon film, anzi. La regia di Eastwood ottantenne è più sobria che mai. Bradley Cooper è perfetto nel ruolo (e infatti è candidato all’Oscar, e il film stesso ha ottenuto sei nomination). Non mi sono annoiata, nonostante non ami il genere. E la parte del duello tra i due cecchini mi è piaciuta davvero. Mi è piaciuto quando Chris vede nel mirino il suo nemico a quasi due chilometri di distanza e decide di sparare e lo spettatore segue la sua pallottola che arriva dritto al centro della testa dell’avversario, e poi si scatena l’inferno. Ma purtroppo, o per fortuna, il film non mi ha emozionato, e nemmeno commosso.


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