Non dormo bene. Da diverse
settimane.
E so cosa mi impedisce di dormire
bene.
Sono i rumori della famiglia di sopra:
la lavatrice che gira alle tre del mattino; il bambino che si sveglia nel pieno
della notte e la mamma che dondola energicamente il suo lettino per farlo
riaddormentare senza prenderlo in braccio; il rubinetto della vasca da bagno
aperto e sono le sei del mattino.
È il ronzio del frigorifero in
cucina.
È il freddo che sento nonostante il
pigiama e il maglione che indosso.
È il topolino che stanotte non si deve
dimenticare di portare il soldino a S che ha perso il terzo dente in dieci
giorni.
È la fame e la nausea che mi
stringono lo stomaco allo stesso tempo.
È la luce azzurrognola della
batteria del computer.
È il tennis che ho in testa,
quello che vorrei giocare e che non so giocare.
Sono i ricordi di quando ero
giovane, terribilmente nitidi.
È la nostalgia della giovinezza.
È il pensarmi giovane e attraente
anche se giovane non sono e attraente non lo so, anzi sì, lo so.
È il romanzo che vorrei vivere, ma
che non vivrò e non scriverò.
È la sensazione di avere i
pidocchi.
È il non avere niente da scrivere
per il mio blog perché ciò che ho in testa è meglio non scriverlo, vigliacca.
È il libro che sto leggendo che è
un po’ bello e un po’ brutto, e parla di ragazze.
È C che ogni volta che mi giro è
sveglio anche lui.
No, non dormo proprio bene. Da diverse
settimane.
(opera di Margherita Manzelli)
… alzarsi, rannicchiarsi sul divano con una tisana fumante tra le mani, guardare fuori dalla finestra qualche rara macchina che passa e immaginarsi.. sta tornando a casa o sta andando al lavoro, chi guida….e quando il sonno piano piano arriva raggiungere il letto ora freddo, ma che presto si scalderà.
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