“Passai due settimane a casa di
mio padre. (…) Tamar e mio padre erano andati ad abitare nell’appartamento più
grande, pieno delle nature morte dell’età adulta che lei aveva palesemente
disposto ad arte: una ciotola di frutta lucidissima sul bancone della cucina,
il carrello degli alcolici con le bottiglie mai aperte. La moquette che
conservava lievi impronte dell’aspirapolvere.” (E. Cline, "Le ragazze")
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