Mio padre si fece crescere i capelli quando erano tutti bianchi.
Li raccoglieva in un codino striminzito, secco secco. Era contento, si piaceva.
Io, però, non mi ci sono mai abituata ai suoi capelli lunghi. Anzi. Mi
infastidivano.
Ho ripensato a mio padre vecchio e coi capelli lunghi quando
l’altro giorno mi sono tatuata una mano: tre puntini neri, che non hanno un
significato e nemmeno un perché, ma mi piacciono. E adesso mi domando cosa ne
penserebbe mio padre.
No, non è vero, non me lo domando. Perché lo so già che si abituerebbe
all’istante, che mi direbbe che ho fatto bene, e che il mio tatuaggino tardivo gli piacerebbe. Accidenti. Buon sangue (non) mente.
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