venerdì 16 ottobre 2015

Suburra

“Suburra”, il nuovo film di Stefano Sollima da pochi giorni nei cinema italiani, mi è piaciuto per venti motivi più uno.


1. Perché sono rimasta appiccicata allo schermo dal primo all’ultimo secondo, non mi sono distratta mai, non mi sono annoiata mai, e non mi sono accorta di chi mi sedeva dietro e ciò accade di rado (quando ho visto "Everest", il tizio dietro tossiva e batteva in continuazione il piede sullo schienale della mia poltrona e stavo impazzendo, così ho deciso di cambiare posto…)
2. Perché nel film piove sempre, incessantemente, soprattutto di notte, una pioggia grossa e pesante, un muro d’acqua fredda che inzuppa i protagonisti fino al midollo delle ossa, e loro non ci fanno caso.
3. Perché il film è buio.
4. Perché la musica incalza e ti fa battere il cuore forte.
5. Perché la tossica Viola potrebbe essere una delle ragazze che ho conosciuto in comunità tanti anni fa e con Numero 8 forma una coppia assolutamente romantica e assolutamente infernale.


6. Perché al Male non c’è rimedio.
7. Perché i buoni non ci sono, li cerchi ma non li trovi.
8. Perché “Suburra” è contemporaneamente un noir, una crime story, un thriller, un western, un gangster movie, un melodramma, una soap opera.
9. Perché Pierfrancesco Favino che interpreta la parte di un politico di destra corrotto, vizioso e a suo modo violento è talmente bravo che non sembra più figo, e non sembra più lui nemmeno nella voce (viscido, con il corpo abbronzato e la pelle lucida, in alcuni momenti del film – principalmente quando è in Parlamento a fare il mestiere di parlamentare – sembrerebbe parlare in falsetto).
10. Perché Elio Germano nel ruolo del pr Sebastiano dà fastidio.
11. Perché Claudio Amendola nella parte di Samurai, ex terrorista nero passato alla criminalità organizzata, è credibile e solido e serio come un padre.


12. Perché i colpi di pistola rimbombano assordanti e ogni volta sono un pugno nello stomaco.
13. Perché in “Suburra” ho ritrovato tutto ciò che mi era piaciuto in "Gomorra. La serie".
14. Perché la grande casa della famiglia rom è pazzesca e assurda, con tutti che urlano in una lingua incomprensibile.
15. Perché le immagini del film girate a Ostia, sul mare, sono fredde, livide, rigide e perfette come quadri.


16. Perché i malavitosi di professione, nella loro follia e nella loro violenza senza limite, sono ahimè/ahinoi affascinanti.
17. Perché lo stile della fotografia è cupo, maschile, nero, impietoso.
18. Perché, dopo che la Leti mi ha spifferato nell’orecchio per tre volte che cosa sarebbe successo entro qualche minuto, ho pensato che il film fosse prevedibile, ma poi ho cambiato idea perché, insomma, io non ci ero arrivata e forse è lei che è intelligente.
19. Perché mi sono divertita.
20. Perché continuo a ripensarci.
(+1. Perché ieri era la festa del cinema e ho pagato il biglietto solo tre euro)



3 commenti:

  1. Ahahaha! Anche io continuo a ripensarci e a cercare di convincermi che la realtà è meglio... Ma... Forse solo elio germano alla fine riscatta i buoni e meschini!!!
    Bello bello... Soldi ben spesi ;-)

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  2. il punto 16 secondo me vale per le donne, ne sono sempre stato convinto.
    E vaffanculo

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