“Suburra”, il nuovo film di Stefano Sollima da pochi giorni
nei cinema italiani, mi è piaciuto per venti motivi più uno.
1. Perché
sono rimasta appiccicata allo schermo dal primo all’ultimo secondo, non mi
sono distratta mai, non mi sono annoiata mai, e non mi sono accorta di chi
mi sedeva dietro e ciò accade di rado (quando ho visto "Everest", il tizio
dietro tossiva e batteva in continuazione il piede sullo schienale della
mia poltrona e stavo impazzendo, così ho deciso di cambiare posto…)
2. Perché
nel film piove sempre, incessantemente, soprattutto di notte, una pioggia
grossa e pesante, un muro d’acqua fredda che inzuppa i protagonisti fino
al midollo delle ossa, e loro non ci fanno caso.
3. Perché
il film è buio.
4. Perché
la musica incalza e ti fa battere il cuore forte.
5. Perché
la tossica Viola potrebbe essere una delle ragazze che ho conosciuto in
comunità tanti anni fa e con Numero 8 forma una coppia assolutamente romantica
e assolutamente infernale.
6. Perché
al Male non c’è rimedio.
7. Perché
i buoni non ci sono, li cerchi ma non li trovi.
8. Perché
“Suburra” è contemporaneamente un noir, una crime story, un thriller, un
western, un gangster movie, un melodramma, una soap opera.
9. Perché
Pierfrancesco Favino che interpreta la parte di un politico di destra
corrotto, vizioso e a suo modo violento è talmente bravo che non sembra più figo, e non sembra più lui nemmeno nella voce (viscido, con il
corpo abbronzato e la pelle lucida, in alcuni momenti del film –
principalmente quando è in Parlamento a fare il mestiere di parlamentare –
sembrerebbe parlare in falsetto).
10. Perché
Elio Germano nel ruolo del pr Sebastiano dà fastidio.
11. Perché
Claudio Amendola nella parte di Samurai, ex terrorista nero passato alla
criminalità organizzata, è credibile e solido e serio come un padre.
12. Perché
i colpi di pistola rimbombano assordanti e ogni volta sono un pugno nello
stomaco.
13. Perché
in “Suburra” ho ritrovato tutto ciò che mi era piaciuto in "Gomorra. La serie".
14. Perché
la grande casa della famiglia rom è pazzesca e assurda, con tutti che urlano
in una lingua incomprensibile.
15. Perché
le immagini del film girate a Ostia, sul mare, sono fredde, livide, rigide
e perfette come quadri.
16. Perché
i malavitosi di professione, nella loro follia e nella loro violenza senza
limite, sono ahimè/ahinoi affascinanti.
17. Perché
lo stile della fotografia è cupo, maschile, nero, impietoso.
18. Perché,
dopo che la Leti mi ha spifferato nell’orecchio per tre volte che cosa
sarebbe successo entro qualche minuto, ho pensato che il film fosse
prevedibile, ma poi ho cambiato idea perché, insomma, io non ci ero arrivata
e forse è lei che è intelligente.
19. Perché
mi sono divertita.
20. Perché
continuo a ripensarci.
(+1. Perché ieri era la festa del cinema e ho pagato il biglietto solo tre euro)
Ahahaha! Anche io continuo a ripensarci e a cercare di convincermi che la realtà è meglio... Ma... Forse solo elio germano alla fine riscatta i buoni e meschini!!!
RispondiEliminaBello bello... Soldi ben spesi ;-)
il punto 16 secondo me vale per le donne, ne sono sempre stato convinto.
RispondiEliminaE vaffanculo
ahimè/ahinoi...
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