martedì 2 febbraio 2016

Piccoli brividi

Sabato pomeriggio sono andata al cinema coi miei figli a vedere “Piccoli brividi”, di Rob Letterman con Jack Black, e devo dire che ci siamo divertiti.

Il film segue il successo editoriale della serie “Piccoli brividi” (pare abbia venduto più o meno cinquecento milioni di copie in tutto il mondo…), i thriller per ragazzini scritti dal prolifico Robert Lawrence Stine, famoso come lo “Stephen King dei bambini”.


"Piccoli brividi" è un film riuscito perché costruito su una buona trovata. Non è, infatti, l’adattamento cinematografico di una delle tante storie già pubblicate e probabilmente già lette da tanti giovani lettori, ma ha l’ambizione di creare una nuova storia che faccia più o meno da summa a tutte le precedenti avventure. Per spiegarmi meglio, racconto la trama per sommi capi.

Zach si è appena trasferito con la mamma in provincia e ha un brutto impatto col vicino di casa che è un tipo strano, torvo e schivo, pronto a tutto per difendere la propria privacy. La figlia Hannah, invece, è carina e simpatica e i due ragazzi fanno amicizia e si piacciono anche un po’.
Un giorno Zach entra nella villa del vicino perché ha sentito urlare la ragazza e si preoccupa per lei. Girando per le stanze trova una libreria zeppa di volumi, tutti chiusi con lucchetti di ferro. Per sbaglio l’amico sfigato e dentone che lo accompagna ne apre uno e… si scatena l’inferno. Perché quelli non sono libri normali, ma libri del famoso scrittore R.L. Stine, letti da migliaia di ragazzi e di cui nessuno sa più niente da tempo. Zach si ritrova così ad aver scoperto sia che il vicino di casa è in realtà lo scrittore di thriller per ragazzi sia che i suoi sono libri terribili. Infatti, una volta aperti, i personaggi paurosi creati dalla fantasia dello scrittore e che popolano le pagine dei suoi volumi, si liberano e diventano reali. Il problema inizia quando da uno dei libri esce il cattivissimo e orripilante burattino da ventriloquo che, tremendo, apre tutti i libri e poi li brucia per impedire così il rientro nelle storie di zombie, cani assassini, abominevoli uomini delle nevi, mantidi religiose gigantesche, lupi mannari, orchi, gnomi cattivissimi e chi più ne ha più ne metta.
Gli abitanti della cittadina sono in pericolo finché i protagonisti capiscono che l’unica via d’uscita è che lo scrittore, per poter imprigionare tutti i mostri in una volta sola, scriva un nuovo libro che abbia come protagonisti tutti i personaggi della serie. Prende allora la sua mitica macchina da scrivere, conservata come un cimelio nella scuola vicina, e si mette a scrivere. Ma a un certo punto, prima di aver terminato la nuova storia, un blob gelatinoso lo cattura e bla bla bla

“Piccoli brividi” è piaciuto ai miei figli (e alla loro mamma) per otto motivi (l’ottavo motivo, però è solo della mamma, ci tengo a precisare):
1. perché il film è velocissimo, ha ritmo e non ti annoi mai
2. perché il pupazzo cattivo fa davvero paura, e “mamma, magari me lo sogno stanotte, ma ci sta”.
3. perché lo scrittore che si deve mettere a scrivere dopo tanto tempo che non scrive, ed è quindi arrugginito, è divertente (inizia a battere sui tasti e scrive ispirato: “la notte era fredda”, poi si ferma di colpo, strappa il foglio nervoso e ricomincia: “fredda era la notte”...)
4. perché la storia d’amore tra Zach e Hannah è in secondo piano “per fortuna, mamma”
5. perché questo film potrebbe spingere i ragazzini a tornare a casa e leggere i libri della serie, e leggere fa bene
6. perché se i bambini decidono di leggere i libri, la casa editrice e lo scrittore guadagnano più soldi ed è un successo commerciale
7. perché c’è il colpo di scena che ovviamente non va svelato qui
8. perché Jack Black è un attore che mi ha fatto già ridere e nella parte di R.L. Stine continua a farmi ridere.

Quindi, cari genitori, via libera: portate i vostri figli a vedere “Piccoli brividi”. Voto: 8.

1 commento:

  1. Mia figlia maggiore lo ha visto...le è piaciuto ed essendo famosa "cuor di leone" ha dormito nel lettone!!!

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