Sabato pomeriggio sono andata al cinema coi miei figli a
vedere “Piccoli brividi”, di Rob Letterman con Jack Black, e devo dire che ci
siamo divertiti.
Il film segue il successo editoriale della serie “Piccoli brividi”
(pare abbia venduto più o meno cinquecento milioni di copie in tutto il mondo…),
i thriller per ragazzini scritti dal prolifico Robert Lawrence Stine, famoso
come lo “Stephen King dei bambini”.
"Piccoli brividi" è un film riuscito perché costruito su una buona trovata. Non è, infatti, l’adattamento cinematografico di una delle
tante storie già pubblicate e probabilmente già lette da tanti giovani lettori,
ma ha l’ambizione di creare una nuova storia che faccia più o meno da summa a tutte
le precedenti avventure. Per spiegarmi meglio, racconto la trama per sommi
capi.
Zach si è appena trasferito con la mamma in provincia e ha un
brutto impatto col vicino di casa che è un tipo strano, torvo e schivo, pronto
a tutto per difendere la propria privacy. La figlia Hannah, invece, è carina e
simpatica e i due ragazzi fanno amicizia e si piacciono anche un po’.
Un giorno Zach entra nella villa del vicino perché ha
sentito urlare la ragazza e si preoccupa per lei. Girando per le stanze trova
una libreria zeppa di volumi, tutti chiusi con lucchetti di ferro. Per sbaglio
l’amico sfigato e dentone che lo accompagna ne apre uno e… si scatena
l’inferno. Perché quelli non sono libri normali, ma libri del famoso
scrittore R.L. Stine, letti da migliaia di ragazzi e di cui nessuno sa più
niente da tempo. Zach si ritrova così ad aver scoperto sia che il vicino di casa è in
realtà lo scrittore di thriller per ragazzi sia che i suoi sono libri
terribili. Infatti, una volta aperti, i personaggi paurosi creati dalla fantasia dello scrittore e che
popolano le pagine dei suoi volumi, si liberano e diventano reali. Il problema
inizia quando da uno dei libri esce il cattivissimo e orripilante burattino da
ventriloquo che, tremendo, apre tutti i libri e poi li brucia per impedire così
il rientro nelle storie di zombie, cani assassini, abominevoli uomini delle
nevi, mantidi religiose gigantesche, lupi mannari, orchi, gnomi cattivissimi e
chi più ne ha più ne metta.
Gli abitanti della cittadina sono in pericolo finché i
protagonisti capiscono che l’unica via d’uscita è che lo scrittore, per poter
imprigionare tutti i mostri in una volta sola, scriva un nuovo libro che abbia
come protagonisti tutti i personaggi della serie. Prende allora la sua mitica
macchina da scrivere, conservata come un cimelio nella scuola vicina, e si
mette a scrivere. Ma a un certo punto, prima di aver terminato la nuova storia,
un blob gelatinoso lo cattura e bla bla bla
“Piccoli brividi” è piaciuto ai miei figli (e alla loro
mamma) per otto motivi (l’ottavo motivo, però è solo della mamma, ci tengo a precisare):
1. perché
il film è velocissimo, ha ritmo e non ti annoi mai
2. perché
il pupazzo cattivo fa davvero paura, e “mamma, magari me lo sogno
stanotte, ma ci sta”.
3. perché lo scrittore che si deve mettere a
scrivere dopo tanto tempo che non scrive, ed è quindi arrugginito, è divertente (inizia a battere sui tasti e scrive ispirato: “la notte era fredda”,
poi si ferma di colpo, strappa il foglio nervoso e ricomincia: “fredda era la
notte”...)
4. perché
la storia d’amore tra Zach e Hannah è in secondo piano “per fortuna,
mamma”
5. perché
questo film potrebbe spingere i ragazzini a tornare a casa e leggere i
libri della serie, e leggere fa bene
6. perché
se i bambini decidono di leggere i libri, la casa editrice e lo scrittore
guadagnano più soldi ed è un successo commerciale
7. perché
c’è il colpo di scena che ovviamente non va svelato qui
8. perché
Jack Black è un attore che mi ha fatto già ridere e nella parte di R.L. Stine continua a farmi ridere.
Quindi, cari genitori, via libera: portate i vostri figli a
vedere “Piccoli brividi”. Voto: 8.
Mia figlia maggiore lo ha visto...le è piaciuto ed essendo famosa "cuor di leone" ha dormito nel lettone!!!
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