Per un paio d'anni la signorina Emme li aveva amati
troppo. E questo amore non le aveva fatto bene. Le impediva di essere sé stessa, di fare le cose che voleva come e quando
voleva, di dire le cose che pensava come e quando le pensava, di stare con gli
altri come e quando le pareva. La signorina Emme ne era certa: era il troppo amore a farla stare male.
Accadeva molti anni fa. Quando la signorina Emme
era giovane, una giovane madre. Era inverno. Io la sentivo ogni tanto per telefono, ma non
ci vedevamo mai. Vite troppo diverse, ci giustificavamo. E poi il freddo certo
non aiuta. Meglio stare in casa, ognuna nella propria casa. A dormire e a leggere, a
divorare libri, uno via l’altro, uno via l’altro... Le nostre erano lunghe
chiacchierate. Lei era triste,
annoiata, si sentiva sola, era sola, e parlava parlava parlava. Parlava in
continuazione. Spesso mi limitavo ad ascoltarla, perché non sapevo cosa dirle o non avevo niente da dirle. Poi un giorno smisi di sentirla. Così, improvvisamente. La chiamavo e non rispondeva. La chiamavo e non rispondeva. Da quel giorno nessuno
di noi la sentì più. Ci misi del tempo, ma poi capii.
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