venerdì 1 luglio 2016

Il bello della vita secondo me (58)

Nell’ora dell’aperitivo, quando la luce dell’estate è perfetta, tre signore arrivano puntuali e sorridenti sul campo da tennis. In una mano la racchetta, nell’altra la borsetta. Due chiacchiere e poi inizia la lezione.
Esercitano il diritto e poi il rovescio a due mani; corrono incontro a ogni palla senza risparmiarsi; ridono; si prendono in giro; ce la mettono tutta; sudano tantissimo; hanno il fiatone; si accasciano a terra; urlano; mancano la palla; steccano; tirano in rete; bevono; tirano il fiato; si stancano tantissimo; raccolgono le palline e le mettono nel cesto; brontolano quando il maestro gli fa cambiare l’impugnatura del diritto “perché, signore, il tennis negli ultimi trent’anni si è evoluto”, ma poi lo fanno, cambiano l’impugnatura ed entusiaste ammirano la nuova efficacia dei propri colpi; giocano per vincere un minitorneo a tre che occupa gli ultimi dieci minuti della lezione. Poi l’ora finisce, battono il cinque al maestro, lo pagano, si asciugano il sudore, si scambiano due chiacchiere, si salutano e tornano a casa contente. In una mano la racchetta, nell’altra la borsetta.
Il bello della vita secondo me.




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