giovedì 8 maggio 2014

Borgen – Il Potere

Era sera, ero sola davanti alla tele, e per caso ho messo su LaEffe. Iniziava “Borgen”, ed è stato amore a prima vista.


“Borgen” è una serie televisiva danese che racconta la vita di Birgitte Nyborg, che di mestiere fa il Primo Ministro. Premetto che quella che stanno dando in televisione adesso è la seconda serie, e che la prima me la sono persa, ma in qualche modo recupererò.

Birgitte è una donna divisa tra lavoro e famiglia, tra pubblico e privato. Cerca di stare in equilibrio, e fa fatica. Che strano. Lei, che di natura sarebbe una "dura e pura", ogni giorno deve prendere decisioni difficili, accettare compromessi, mediare. Lo deve fare in Parlamento (con i suoi avversari politici, ma anche con i suoi più stretti collaboratori), con i media (con stampa e tv, sempre a caccia di scoop scandalistici e notizie in super anteprima), e in famiglia (con un marito e due bambini che alla sera la aspettano a casa). Il bello è che Birgitte ce la fa. Rimane in equilibrio, e non si perde.
Birgitte è una donna normale. Ha tra i quaranta e i cinquant’anni; è bella, si veste bene, si pettina bene, porta dei begli orecchini; è determinata e coraggiosa; ascolta tutti, ma poi decide lei; è affettuosa con i figli, senza essere invadente, nemmeno con la figlia adolescente che con i suoi silenzi la tormenta e la riempie di sensi di colpa (in una puntata la ragazzina rientra a casa e vorrebbe mangiare, la mamma le propone - con un sorriso che dice tutto - di ordinare per telefono una cena thai e lei si rifiuta perché vuole qualcosa di cucinato, pur sapendo perfettamente che la madre non ha avuto, non ha e non avrà tempo di cucinare); fatica tremendamente con quel figo del marito, anche se è evidente che lo ama, ma lui non ce la fa a starle dietro e infatti le chiede il divorzio (sono rimasta che lei firma le carte, ma non smetto di sperare che non si separino, accidenti…); ha una casa normale e accogliente, bianca e allegramente disordinata come sono le case in cui vivono i bambini; nel suo ufficio ci sono sempre piccoli mazzi di fiori freschi a stelo corto; vive fianco a fianco di un giovane e capace spin doctor (bellissimo mestiere, se solo potessi tornare indietro di vent’anni…) che però è un tipo strano che non la racconta giusta, ma che per il momento le è fedele; abita a Copenhagen che è verde, grigia e umida.
Insomma “Borgen” è un bella serie, un prodotto ben pensato e ben confezionato. I dialoghi sono interessanti e per nulla scontati, la sceneggiatura è solida, le tematiche sono attuali, le facce degli attori belle e normali. E quella particolare "rigidità" che caratterizza lo stile scandinavo sia in letteratura sia nel design la ritrovo anche qui, e continua ad affascinarmi e a piacermi.
“Borgen” (che va in onda il martedì alle 21.00 circa su LaEffe - Canale 50 del digitale terrestre - con poca pubblicità e tanti consigli di lettura!) mi fa pensare che per noi donne tutto sia possibile, a patto che si accetti di vivere in equilibrio su un filo sospeso a ventri metri d’altezza dal suolo.

ps nell’ultimo episodio, Birgitte glissa su una domanda di un giornalista così: “Per principio evito di rispondere a domande ipotetiche”. Anch’io, come il Primo Ministro, voglio smettere di rispondere a domande ipotetiche e soprattutto smettere di formularle.

3 commenti:

  1. Malefica! Mi hai trascinata nel vortice di Borgen. La puntata di stasera (13 maggio) è stata eccezionale, specie la seconda parte, Cosa ne dici quando Birgitte seduce l'autista sdraiato sotto il lavandino e come sottofondo c'è la voce della Callas? Ormai sono una Borgen addicted,ed è tutta colpa tua

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    1. E che dire di quando, a sorpresa, arriva la nuova e perfetta compagna del marito e lei ha i capelli bagnati e scompigliati, ma tiene il gioco, fa finta di niente e poi si manda a quel paese da sola guardandosi allo specchio...

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  2. Adesso mi avete veramente incuriosita, lo guarderò anche io...

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