martedì 22 luglio 2014

Il buono, il brutto, il cattivo

In questi giorni il mitico film western di Sergio Leone “Il buono, il brutto, il cattivo” è tornato nelle sale cinematografiche in versione restaurata.
I miei figli e il loro papà non potevano perdere l’occasione. E nemmeno io che questo film non sono mai riuscita a vederlo per intero alla televisione perché dopo un po’ mi annoiavo, lo devo confessare.
Stavolta non mi sono annoiata. Anzi, mi sono divertita e pure molto. Per diversi motivi.


Innanzitutto per i titoli di testa, super moderni, con le sagome bianche di cavalli che galoppano su uno sfondo rosso; con le macchie di sangue che coprono le scritte che comunque riesci a leggere; con il cannone in primo piano che spara e poi compaiono i nomi.
Poi per i paesaggi lunari e desertici (il film è stato girato in Andalusia, nel Deserto di Tabernas); per i primi lunghissimi minuti in cui ti domandi se qualcuno prima o poi parlerà o se il film è un film muto; per gli sguardi e i primissimi piani dei personaggi che hanno fatto la storia del cinema; per il Brutto (nel film Tuco, ossia Eli Wallach, morto il mese scorso a novantotto anni) che è il personaggio più simpatico e assomiglia all’amico di A e di S; per gli occhi azzurrissimi del Buono (il Biondo, ossia Clint Eastwood), che hanno fatto innamorare la mia bambina e non solo lei…; per gli anelli d’argento che indossa il Brutto; per l'aplomb del Cattivo (Sentenza, interpretato da Lee Van Cleef); perché i miei figli e il loro papà (o, meglio, a causa del loro papà) conoscono le battute del film a memoria (“vado, l’ammazzo e torno”, “quando si spara, si spara, non si parla”, “quel capitano sembra proprio che stia cercando la pallottola giusta”, “il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi”, “Ehi Biondo lo sai di chi sei figlio tu? Sei figlio di una grandissima pu-ta-a-a-a”,eccetera); per la lunga scena nel deserto, quando il Buono non ce la fa più sotto il sole cocente e il Brutto sta a cavallo di un cavallo nero facendosi ombra con un ombrellino rosa, molto frou frou, molto improbabile e molto felliniano; per il duro monologo del Brutto che non fa una piega, quando si rivolge a suo fratello frate; per il Buono e il Brutto quando s’imbattono in un esercito e non capiscono se è di nordisti o sudisti – per loro cambierebbe poco, basta fare in tempo a mettersi la giubba giusta… - poi pensano di riconoscere le giacche grigie, ma sono giacche blu ricoperte di uno spesso strato di polvere e così vengono catturati; per la corsa psichedelica del Brutto che cerca la tomba giusta – quella con il “tesoro” - tra centinaia di tombe; ovviamente per la colonna sonora di Ennio Morricone; per il duello finale, racchiuso in un cerchio che sembra un’opera di land art; per il pop corn che è andato di traverso a F, e per C che continuava a domandargli se dovevano andare al pronto soccorso; per S che, per non perdersi nemmeno una scena, quasi quasi si faceva la pipì addosso.



1 commento:

  1. Ho capito adesso chi intendevi ...meglio tardi che mai

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