mercoledì 9 luglio 2014

Ragazze di campagna dagli occhi verdi nella felicità coniugale

non mi sono venute altre idee per il titolo di questo post…

Ho finito “Ragazze nella felicità coniugale” di Edna O’Brien. “Ragazze di campagna” me lo sono letto un mese fa sul fido Kindle, e “La ragazza dagli occhi verdi” l’ho comprato di carta e fagocitato in vacanza, a bordo piscina, con intorno le colline verdi e l’asino che ragliava. Tre libri belli, tre titoli brutti, tre copertine orrende. Per cui non ne pubblico le immagini.

Edna O’Brien è una bella signora irlandese coi capelli rossi, ed è una grande scrittrice.
La sua scrittura è pura e naturale. Lieve, essenziale, spontanea. Il suo stile è intimo. E glielo invidio. Le sue storie parlano di donne e ovviamente anche di lei che ha vissuto una vita ricca, nel bene e nel male, molto ricca (per la cronaca, l’anno scorso è uscita l’autobiografia di Edna O’Brien - “Country Girl” - che non sono sicura di voler leggere perché dai suoi libri si comprende già così tanto…).  


La trilogia della O’Brien racconta di due amiche, Kate e Baba, e della loro vita, da quando sono bambine a quando diventano donne, poi mogli, poi madri.
Le due protagoniste crescono in un paesino di campagna nella cattolicissima Irlanda. Kate è timida, romantica, intelligente, e ama leggere, Baba è divertente, sfrontata e cinica. Kate perde la mamma troppo presto e ha un padre alcolizzato, Baba è figlia del veterinario del paese e di una mamma che si annoia. Vengono mandate a studiare in collegio dalle suore, poi si fanno espellere e vanno a vivere a Dublino. Qui vivono alla giornata, non hanno un soldo, cercano in ogni uomo l’uomo giusto che non arriva, amano i bei vestiti, andare alle feste, divertirsi. Kate s’innamora di un uomo sposato, Baba si ammala. Poi le due ragazze si trasferiscono a Londra. Kate si sposa, ha un figlio, il matrimonio va in crisi, il marito la caccia con la scusa di un tradimento in realtà di poco conto; Kate soffre e si sente sola. Baba sposa un riccone zotico e ignorante, vive nel lusso ma è infelice, rimane incinta del suo amante, tiene il bambino, e mi fermo qui.
La lettura scorre via leggera pagina dopo pagina. Difficile fermarsi, vuoi andare avanti, continuare a leggere. Le aspirazioni di Kate e di Baba, le loro esperienze, il sesso, la loro curiosità e vivacità, il loro desiderio di libertà, le loro frustrazioni e delusioni, la desolazione di alcuni interni, i paesaggi d’Irlanda, le strade di Londra sono raccontati e descritti in modo fresco, sincero ed efficace. Ci credi a quello che leggi. Sempre. Ed è bello.

“Ragazze di campagna” uscì nel 1960 e fu l’esordio letterario della O’Brien che lo scrisse in tre settimane quando aveva trent’anni. Il romanzo fece scandalo. Lo bruciarono sul sagrato della chiesa del paese natale della scrittrice. Poi nel 1962 e nel 1964 uscirono gli altri due. Il marito – scrittore anche lui - la lasciò perché non resse il confronto e ne invidiò il successo. Lei non mollò, continuò a scrivere. E continua a scrivere. Romanzi, racconti, poesie, sceneggiature, opere teatrali.  

Consiglio la trilogia di Edna O’Brien alle donne inquiete come me, che non si nascondono dietro un dito, e nemmeno dietro giri di parole.

  

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