non mi sono venute altre idee per il
titolo di questo post…
Ho finito “Ragazze nella
felicità coniugale” di Edna O’Brien. “Ragazze di campagna” me lo sono letto un
mese fa sul fido Kindle, e “La ragazza dagli occhi verdi” l’ho comprato di
carta e fagocitato in vacanza, a bordo piscina, con intorno le colline verdi e
l’asino che ragliava. Tre libri belli, tre titoli brutti, tre copertine orrende. Per cui non ne pubblico le immagini.
Edna O’Brien è una bella signora
irlandese coi capelli rossi, ed è una grande scrittrice.
La sua scrittura è pura e
naturale. Lieve, essenziale, spontanea. Il suo stile è intimo. E glielo invidio.
Le sue storie parlano di donne e ovviamente anche di lei che ha vissuto una
vita ricca, nel bene e nel male, molto ricca (per la cronaca, l’anno scorso è
uscita l’autobiografia di Edna O’Brien - “Country Girl” - che non sono sicura
di voler leggere perché dai suoi libri si comprende già così tanto…).
La trilogia della O’Brien
racconta di due amiche, Kate e Baba, e della loro vita, da quando sono bambine
a quando diventano donne, poi mogli, poi madri.
Le due protagoniste crescono
in un paesino di campagna nella cattolicissima Irlanda. Kate è timida,
romantica, intelligente, e ama leggere, Baba è divertente, sfrontata e cinica.
Kate perde la mamma troppo presto e ha un padre alcolizzato, Baba è figlia del
veterinario del paese e di una mamma che si annoia. Vengono mandate a studiare
in collegio dalle suore, poi si fanno espellere e vanno a vivere a Dublino. Qui
vivono alla giornata, non hanno un soldo, cercano in ogni uomo l’uomo giusto
che non arriva, amano i bei vestiti, andare alle feste, divertirsi. Kate
s’innamora di un uomo sposato, Baba si ammala. Poi le due ragazze si
trasferiscono a Londra. Kate si sposa, ha un figlio, il matrimonio va in crisi,
il marito la caccia con la scusa di un tradimento in realtà di poco conto; Kate
soffre e si sente sola. Baba sposa un riccone zotico e ignorante, vive nel
lusso ma è infelice, rimane incinta del suo amante, tiene il bambino, e mi
fermo qui.
La lettura scorre via leggera
pagina dopo pagina. Difficile fermarsi, vuoi andare avanti, continuare a
leggere. Le aspirazioni di Kate e di Baba, le loro esperienze, il sesso, la loro
curiosità e vivacità, il loro desiderio di libertà, le loro frustrazioni e delusioni,
la desolazione di alcuni interni, i paesaggi d’Irlanda, le strade di Londra
sono raccontati e descritti in modo fresco, sincero ed efficace. Ci credi a
quello che leggi. Sempre. Ed è bello.
“Ragazze di campagna” uscì
nel 1960 e fu l’esordio letterario della O’Brien che lo scrisse in tre settimane
quando aveva trent’anni. Il romanzo fece scandalo. Lo bruciarono sul sagrato
della chiesa del paese natale della scrittrice. Poi nel 1962 e nel 1964 uscirono
gli altri due. Il marito – scrittore anche lui - la lasciò perché non resse il
confronto e ne invidiò il successo. Lei non mollò, continuò a scrivere. E
continua a scrivere. Romanzi, racconti, poesie, sceneggiature, opere teatrali.
Consiglio la trilogia di Edna
O’Brien alle donne inquiete come me, che non si nascondono dietro un dito, e
nemmeno dietro giri di parole.
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