“È la prima di tante a cui
dedicherà una concentrazione discontinua e proficua: riprendendosi da malori
immaginari, fingendo distrazioni, simulando assenze, alternando affetto e
distacco, arrendevole fino a imporre la sua volontà. Cesserà di invidiare i più
forti che giocano al pallone, osservando che le compagne ridono con chi sta ai
margini del campo e che alla partita partecipano (…) anche gli spettatori.” (G.
Pontiggia, “Vite di uomini non illustri”)
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