giovedì 23 ottobre 2014

Di mattina

Mattina.
Al parco.
Spingo il passeggino e mi guardo intorno.
Nonni coi nipotini. Padroni di cani al guinzaglio. Pensionati che leggono al sole. Ragazzi che fumano e non sono a scuola.
La vita tranquilla della mattina tranquilla di chi non lavora, di chi non lavora più, di chi lavora e non se ne accorge.
Poi le vedo arrivare. Dieci giovani mamme in tuta da ginnastica, ognuna con il proprio passeggino. Sono le “mamme fit”: si incontrano al parco e fanno ginnastica insieme.
Le osservo da lontano.
Due chiacchiere e poi iniziano.
Dopo pochi minuti una si ferma, prende in braccio il proprio bebè e lo attacca al seno. Poi un’altra interrompe la sequenza di saltelli per ninnare il suo piccolo che paonazzo ha iniziato a urlare come un ossesso. Una ha il fiatone, una suda, un’altra ci dà dentro di brutto. Un, due, tre. Un, due, tre. Tutte si impegnano, tutte sorridono. Tutte mi sembrano stanche.
Finito un esercizio si spostano camminando veloci e spingendo il passeggino in una diversa zona del parco, poi si fermano, bloccano i passeggini e riprendono con un nuovo esercizio. Così per un’ora.
Rientrando a casa penso alle “mamme fit”.
Mi chiedo se sarei stata capace di essere una giovane “mamma fit” felice di dover fare ginnastica spingendo il passeggino con un bebè attaccato al seno. 




2 commenti:

  1. La domanda sorge spontanea: che sapore avrà il latte di quella mamma? Panna acida? Yogurt magro? Per favore "mamme fit" datevi una calmata, meglio qualche chilo in più che una faccia stravolta dalla stanchezza: "take it easy, please"

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