mercoledì 29 ottobre 2014

Le lacrime dell’assassino

F mi ha consigliato di leggere un suo libro.
All'inizio ero preoccupata. Temevo che la noia mi assalisse a pagina due.
Invece no. Ho letto un bel libro davvero.
Si tratta di "Le lacrime dell'assassino" della scrittrice francese Anne-Laure Bondoux, vincitore del Premio Andersen nel 2009.


In Cile, in una landa selvaggia e desolata dove fa caldissimo o freddissimo, vive il piccolo Pablo. Vive con i suoi genitori, che sono tipi taciturni, chiusi in se stessi e tristi, in una squallida baracca di legno col tetto di lamiera. In realtà cresce da solo e trascorre le sue giornate da solo: non sa quanti anni ha, non sa leggere, non sa scrivere, non parla con nessuno, non conosce il calore dell’abbraccio materno, il suo unico passatempo è inseguire serpenti.
Un giorno arriva Angel, un delinquente in fuga dalla polizia che ci mette pochissimo ad ammazzare i due genitori tagliandogli la gola e a impossessarsi della loro casa e della loro terra, convinto che lì potrà vivere al sicuro per un po’. L’assassino sorprendentemente risparmia il bambino. Ha così inizio la loro vita insieme che ovviamente non racconterò. Svelo soltanto che questa nuova vita sarà “diversa” per entrambi: diversa per l’assassino che non ha mai amato nessuno e che amerà il bambino, e diversa per Pablo che imparerà a fidarsi dell’assassino, si legherà a lui e finalmente si sentirà amato da qualcuno. Insieme i due cominceranno a volersi bene, a leggere, a scrivere, a osservare quadri e ad ascoltare musica.
Intorno a loro e al loro strano legame ruotano pochi ma importanti personaggi: Luis, ricco ed elegante e che deve per forza fare il giro del mondo; Delia che espone i suoi quadri nello squallido albergo del padre; Ricardo, un vecchio boscaiolo in pace con se stesso e col mondo, e Terusa la bella postina di cui Pablo si innamorerà.

“Le lacrime dell’assassino” racconta una storia difficile e semplice allo stesso tempo. Difficile per me che evidentemente vivo bloccata negli schemi che la società mi impone (ho iniziato a leggere il libro chiedendomi senza pace: “ma come è possibile che un bambino voglia bene all'uomo che gli ha ammazzato i genitori?!”), semplice per mio figlio che è libero di testa e fresco di cuore e capisce istintivamente ciò che io non riesco a capire se non a fatica.
“Le lacrime dell’assassino” è un libro poetico, ha una trama commovente e inquietante, ed è scritto con uno stile che mi piace, lucido e scarno.


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