Ultimamente mi capita di girare per le strade di Mervicate spingendo un passeggino. Mentre il piccolo che ci sta dentro dorme tranquillo o si guarda
intorno, io mi rilasso e rifletto. Rifletto sui giardini e sulle villette. Perché
osservandoli si capiscono tante cose.
C'è, ad esempio, il giardino super accessoriato, quello con mobili da esterno di ultimo grido, sistema di irrigazione futuristico e
impianto antifurto a prova di terrorista. So che se entrassi nella villetta di questo giardino faticherei a trovare la libreria.
C'è il giardino con l’orticello, l'insalata fresca e
tenera, qualche pomodorino tardivo, le zucchine, la zucca, i peperoncini, il
basilico, gli aromi, i fiori da portare al cimitero. Questo giardino mi commuove e lo guarderei per ore. Se
entrassi nella villetta di questo giardino probabilmente sentirei l’odore di cibo buono.
C'è quello coi nanetti scoloriti nascosti tra i cespugli
e la finta grotta con la madonnina di Lourdes di plastica che si illumina di
notte e l’acqua che gorgoglia. Se entrassi nella relativa villetta ci troverei poco, ma sicuramente appesi alla parete sopra la porta d’ingresso un crocefisso o un rosario.
Poi c'è quello che va oltre i nanetti. In questo giardino ci trovi Bambi, funghetti di pietra, leoni di gesso in cima a
colonnine corinzie, finti pozzi, carriole con sopra i vasi, barbecue
grandi come monolocali. Se entrassi nella villetta avrei paura.
C'è il giardino abbandonato, pieno di erbacce e di
spazzatura. La sua villetta è disabitata, nessuno se la compra e nessuno mi
aprirebbe la porta per entrarci.
C'è anche il giardino perfetto, quello con le aiuole
perfette, i fiori perfetti, l’erba perfetta, il cane perfetto. Se entrassi nella villetta ci troverei la padrona di casa bionda, davanti alla
televisione mentre sorseggia un drink alle dieci di mattina e piange.
Infine c'è il giardino selvaggio e incasinato. Quello con
un sacco di piante, un sacco di cespugli, un sacco di alberi, un sacco di vasi.
Con le panchine di legno e il tavolo per mangiare fuori nella bella stagione
pure, le sedie di ferro, vecchie e sgarrupate. Con un pneumatico che funge da altalena. Con la casetta dei bambini e quella degli
uccellini sull'albero. Con le foglie che cadono a terra e nessuno che ha
premura di raccoglierle, tanto in autunno sono bellissime e coloratissime. Con
la ghiaia, non il cemento. Con il cane bastardone, pelosone e puzzolente. In
questa villetta ci vivrei. Ma anche no.
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