Mia figlia chiama.
Aveva chiamato anche ieri sera, ma non avevo tempo.
Vuole farmi vedere il suo video preferito.
Mi metto dietro lei che è seduta alla scrivania, rimango in
piedi.
La musica parte, le immagini pure.
Sono distratta.
Ho fretta, come al solito. Dovrei cucinare, sistemare la biancheria
pulita, lavarmi i capelli, togliermi lo smalto, portare giù la spazzatura, ascoltare
F che mi ripete storia, pubblicare un post sul blog, richiamare l’imbianchino,
stirare almeno una camicia, prenotare i biglietti della mostra, finire il libro
di Nesbo e decidere se mi piace o no, vedere cosa c’è stasera alla tele.
Poi una tappezzeria a rose rosa e un aeroplano tra le dita catturano la mia attenzione.
Guardo il video, finalmente.
Mi
piace.
Sto ferma per due minuti e quaranta secondi.
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