giovedì 5 dicembre 2013

Il fascino di vivere in un mondo ghiacciato e silenzioso

“Dove il vento grida più forte – La mia seconda vita con il popolo dei ghiacci” di Robert Peroni è un libro che fa bene. Sento che averlo letto mi ha fatto bene. Per diversi motivi:  ho scoperto, ad esempio, che tra gli eschimesi il senso e la preoccupazione per il futuro non esistono, che la parola “futuro” e il concetto di “futuro” non esistono. Tra questa gente non esiste l’idea, del tutto naturale per noi, di fare progetti, di programmare gli spostamenti, le decisioni, le scelte. In Groenlandia la vita viene vissuta giorno per giorno, in un eterno presente, e ciò mi affascina terribilmente. Si caccia per procurarsi solo l’indispensabile, ciò che basta per un giorno, non si fanno provviste, non si mette da parte, e pensare che questo popolo vive in una terra talmente inospitale… Mentre leggevo mi domandavo il perché di questo comportamento. La risposta, nella sua apparente banalità, è strabiliante e illuminante: perché domani si vedrà.
Questo libro mi ha fatto bene perché mi ha dato modo di riflettere sull’importanza di sapersi aprire all’ignoto, di essere disponibili al rischio. Ogni giorno, senza paura di aver paura.

 
 
 
 

 

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