venerdì 13 dicembre 2013

“Non ti preoccupare, non c’è niente che riguarda l’arte che uno non possa capire”

Il titolo è di Andy Warhol. Rassicurante.


Qualche sera fa ho visitato la mostra "Warhol": 150 opere del fondatore della pop art appartenenti alla collezione dell'amico Peter Brant.
Non che nutrissi dubbi in proposito, ma la mostra mi è piaciuta fin da subito. All’ingresso ho letto i primi pannelli informativi in compagnia della voce di Lou Reed e della musica dei Velvet Underground. E già ero contenta. Quando poi sono entrata nella prima sala, è stata una gioia per gli occhi: non riuscivo a decidere dove fermare lo sguardo tanto erano belle le opere esposte. In particolare mi hanno colpito i disegni di scarpe ricoperti da una sottile lamina d’oro. Originali, super chic, di grande gusto. Warhol è stato il guru dell’illustrazione.

 
 

Girando per le sale e ammirando capolavori come “Shot Blue Light Marilyn” o “L’Ultima Cena di Leonardo”, riflettevo su quanto e su come Warhol sia stato capace di osservare e di amare la realtà che lo circondava. Lo faceva con intelligenza, con curiosità, con leggerezza e con un grandissimo senso estetico. Warhol ha saputo trasformare questa realtà in arte. Tutto può diventare arte, è arte anche una confezione di zuppa o una bottiglia di Coca. Per questo la sua è arte democratica, pop(ular), bella da guardare, facile da capire, mai banale.
 
Adesso pubblico il primo video di questo bloggettino. Dietro la cinepresa ci sta lui, Andy; davanti c’è Nico, magnifica icona di stile e trasgressione; di sottofondo la voce di Nico e la musica dei Velvet Underground. Scappo, e me ne vado a New York. Ciao.



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