Attenzione, attenzione: questo è
un post pseudointellettuale e perciò farà drizzare i capelli alla cate…
Sto leggendo “Confesso che ho
vissuto” di Pablo Neruda (che, ho scoperto, non sapeva fare le divisioni! Così
adesso mi vergogno un po’ meno del “piccolo” handicap che condivido con il
grande poeta sudamericano…) e ogni volta che mi capita tra le mani penso la
stessa cosa: “Esiste titolo più bello?”. Per me no, e infatti lo metto al primo
posto nella mia top ten dei titoli di libri più belli. Come continua la mia
classifica? Il secondo posto se lo merita “Anatomia dell’irrequietezza” (B.
Chatwin), il terzo “Tenera è la notte” (F.S. Fitzgerald), e poi in ordine: “Una
cosa divertente che non farò mai più” (D.F.Wallace), “Tra un mese, tra un anno”
(F. Sagan), “La bella estate” (C. Pavese), “Il momento è delicato” (N.
Ammaniti), “Meno di zero” (B. E. Ellis), “Gli Indifferenti” (A. Moravia) e
infine “L’antagonista” (C. Cassola).
Vi lancio la palla. Tocca a voi,
care amiche, se volete.
E la bellezza espressionista di Agotha Kristof? O la lucidità maschile della Yourcenar in 'Memorie di Adriano'? La visione d'insieme, sottile come un ago, di Jane Austen? .....Impossibile per me una classifica...
RispondiEliminaSenza una graduatoria e un po' a memoria:
RispondiEliminaLuce d'Agosto (Faulkner)
Pian della Tortilla (Steinbeck)
La Casa delle Onde (Conte)
Neve (Pamuk)
Narciso e Boccadoro (Hesse)
L'Isola di Arturo (Morante)
La Linea d'Ombra (Conrad)
Il Tamburo di Latta (Grass)
Come mi Batte Forte il tuo Cuore (B. Tobagi)
Il Dolore Perfetto (Riccarelli)
Così tra passato e quasi presente...