C, dopo averlo guardato senza proferir verbo per poco più di
due ore, si è alzato dal divano e sulla soglia del bagno l’ha bollato come “uno
dei film più brutti che abbia mai visto nella mia vita”. Invece a me è piaciuto.
Guardarlo è stato come immergermi in una vasca piena di appiccicosa e densa tempera
a olio di diversi colori, con prevalenza del rosso, una strana esperienza molto
fisica e poco spirituale. Parlo de “Il racconto dei racconti”, il film di Matteo
Garrone tratto dalla secentesca raccolta di fiabe di Giambattista Basile
intitolata “Lo cunto de li cunti”.
Un film forte, duro, complesso, ambizioso e coraggioso che
porta sullo schermo tre storie intrecciate tra loro (“La cerva”, “La vecchia
scorticata” e “La pulce”) che raccontano fondamentalmente quattro temi che non
passeranno mai di moda: l’ossessione tutta umana per il controllo e il possesso
di cose e persone; il continuo e ripetuto ricorrere dell’uomo all’inganno per
ottenere ciò che pensa di volere; l’incapacità tutta umana di accettare la morte,
la mancata maternità, la vecchiaia e la solitudine; la violenza e la crudeltà a
cui si può arrivare per amore.
Nel primo racconto una regina triste e scura (Salma Hayek) pur
di diventare madre si affida alla magia così, senza preoccuparsi troppo del
sacrificio del re suo marito che per lei uccide un terribile drago marino e poi muore, si mangia il
cuore del mostro e rimane incinta.
Nel secondo episodio una vecchia pur di tornare giovane e
piacere al re (Vincent Cassel) si fa spellare viva.
Nel terzo un padre pur di non lasciar andare la propria
figlia che non ce la fa più a vivere tra le anguste pareti del castello a
suonare la chitarra e a recitare poesie, bandisce un assurdo torneo tra i giovani del regno, convinto che nessuno sarà in grado di vincere e quindi di conquistare la mano della figlia, e invece la
poveretta se ne andrà sulle spalle di un orco schifoso e violento.
“Il racconto dei racconti” è un film potente, crudo e
crudele, carnale, ambientato tra i paesaggi (come le Gole dell’Alcantara
in Sicilia e Castel del Monte in Puglia) di un’Italia non da cartolina che
incanta. Da vedere. Voto: 8.
Sembra un film interessante... Un viaggio nel subconscio direi...Quasi quasi mi ci immergo...
RispondiEliminaVisto il film. Se ci fosse stato un po' di sesso avrei azzardato un paragone con walerian borowczyk, soprattutto nell'episodio dell'orco. Ma non c'era
RispondiEliminaNon avevo capito l'argomento. Pensavo ci fosse da studiare l'altro capitolo. Ma lei ha detto che oggi spiegava…insomma… IMPREPARATA
RispondiEliminaIo non l'ho visto e dopo il commento di Olmo non mi attira neanche un po'
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