martedì 8 dicembre 2015

Il racconto dei racconti

C, dopo averlo guardato senza proferir verbo per poco più di due ore, si è alzato dal divano e sulla soglia del bagno l’ha bollato come “uno dei film più brutti che abbia mai visto nella mia vita”. Invece a me è piaciuto. Guardarlo è stato come immergermi in una vasca piena di appiccicosa e densa tempera a olio di diversi colori, con prevalenza del rosso, una strana esperienza molto fisica e poco spirituale. Parlo de “Il racconto dei racconti”, il film di Matteo Garrone tratto dalla secentesca raccolta di fiabe di Giambattista Basile intitolata “Lo cunto de li cunti”.
Un film forte, duro, complesso, ambizioso e coraggioso che porta sullo schermo tre storie intrecciate tra loro (“La cerva”, “La vecchia scorticata” e “La pulce”) che raccontano fondamentalmente quattro temi che non passeranno mai di moda: l’ossessione tutta umana per il controllo e il possesso di cose e persone; il continuo e ripetuto ricorrere dell’uomo all’inganno per ottenere ciò che pensa di volere; l’incapacità tutta umana di accettare la morte, la mancata maternità, la vecchiaia e la solitudine; la violenza e la crudeltà a cui si può arrivare per amore.
Nel primo racconto una regina triste e scura (Salma Hayek) pur di diventare madre si affida alla magia così, senza preoccuparsi troppo del sacrificio del re suo marito che per lei uccide un terribile drago marino e poi muore, si mangia il cuore del mostro e rimane incinta.
Nel secondo episodio una vecchia pur di tornare giovane e piacere al re (Vincent Cassel) si fa spellare viva.
Nel terzo un padre pur di non lasciar andare la propria figlia che non ce la fa più a vivere tra le anguste pareti del castello a suonare la chitarra e a recitare poesie, bandisce un assurdo torneo tra i giovani del regno, convinto che nessuno sarà in grado di vincere e quindi di conquistare la mano della figlia, e invece la poveretta se ne andrà sulle spalle di un orco schifoso e violento.
“Il racconto dei racconti” è un film potente, crudo e crudele, carnale, ambientato tra i paesaggi (come le Gole dell’Alcantara in Sicilia e Castel del Monte in Puglia) di un’Italia non da cartolina che incanta. Da vedere. Voto: 8.


4 commenti:

  1. Sembra un film interessante... Un viaggio nel subconscio direi...Quasi quasi mi ci immergo...

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  2. Visto il film. Se ci fosse stato un po' di sesso avrei azzardato un paragone con walerian borowczyk, soprattutto nell'episodio dell'orco. Ma non c'era

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  3. Non avevo capito l'argomento. Pensavo ci fosse da studiare l'altro capitolo. Ma lei ha detto che oggi spiegava…insomma… IMPREPARATA

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  4. Io non l'ho visto e dopo il commento di Olmo non mi attira neanche un po'

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