Quando si sentiva giù di corda, la signorina Emme andava in
cucina, afferrava veloce l’oggetto di turno, quello che da mesi occupava lo
scaffale e che da mesi avrebbe dovuto aggiustare perché convinta di tenerci e
che ne valesse la pena, e lo buttava veloce in spazzatura. Poi si sentiva meglio,
e non ci pensava più, né al motivo per cui si sentiva giù di corda né
all’oggetto finito in spazzatura. E se i suoi famigliari la coglievano sul
fatto e la osservavano sorpresi mentre usciva veloce sul balcone e poi veloce rientrava
in cucina chiudendosi la porta alle spalle, lei faceva finta di niente.
Sicuramente non avrebbe spiegato nulla. Sicuramente non avrebbe detto nulla.
Perché la signorina Emme non parlava da anni, e non era muta.
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