sabato 19 marzo 2016

Anne

"Naturalmente a una ragazza come lei, così pazza per i libri e la letteratura, alla fine doveva venire il sospetto che, per quel che ne sapeva, stava scrivendo un libro. Ma per la maggior parte del tempo era al proprio morale che pensava, e non, a quattordici anni, alle proprie ambizioni letterarie. Quanto all'essere diventata una scrittrice, non lo doveva alla decisione di mettersi ogni giorno a tavolino per cercare di diventarlo, ma alla vita soffocante che facevano. Era questo, chi l'avrebbe mai detto, che aveva nutrito il suo talento! Veramente: senza il terrore e la claustrofobia dell' achterhuis, da quella chiacchierona che era sempre stata, circondata da amici e pronta a farsi quattro risate, se fosse stata libera di andare e venire, libera di scherzare, libera d'inseguire tutte le proprie speranze, avrebbe mai scritto delle frasi così belle, così eloquenti e così spiritose? Ecco, pensava, forse questo è il problema del mio corso: non la mancanza di un grosso argomento, ma la presenza del lago, del campo da tennis e di Tanglewood. La perfetta abbronzatura, le gonne di lino, la reputazione che mi sto facendo di Pallade Atena dell' Athene College: forse è questo che mi sta rovinando. Forse, se fossi ancora chiusa in una stanza, chissà dove, nutrita di patate marce, vestita di stracci e pazza di terrore, forse allora riuscirei a scrivere un racconto decente per il signor Lonoff!" (Philip Roth, "Lo scrittore fantasna")

(illustrazione di Franco Matticchio)

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