Quando ero giovane, ogni Venerdì Santo ci ponevamo la stessa
domanda.
Dopo cena, ci ritrovavamo tutti al solito bar. Scambiavamo due
chiacchiere (come va? quell’esame l’hai poi dato? stasera esce A? perché il tuo
ragazzo non c’è mai? a pasquetta ci facciamo un giro al lago? hai visto chi c’è
seduto laggiù?) prendevamo una birra e poi, verso mezzanotte, ci guardavamo e sottovoce ci domandavamo: “cosa facciamo, andiamo a ballare?”. Qualcuno esclamava
sorpreso e risentito “a bal-la-reeee???? ma è Venerdì Santo!”. Allora la
compagnia si divideva. Inevitabile. Alcuni rimanevano al bar a non dirsi niente,
pochi tornavano a casa a dormire o forse a pregare, gli altri andavano a
ballare. Io ero tra quelli che andavano a ballare. A ballare di Venerdì Santo.
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