sabato 14 giugno 2014

Ancora afa

Ore 22.30.
Il termometro in cucina segna trenta gradi sopra lo zero.
Lei decide di andare a dormire.
“Buonanotte!”
“Buonanotte.”
Entra in camera, osserva il letto e ha un lampo di genio: occupare la parte di letto vicino alla finestra.
Si sdraia veloce.
Sente un filo d’aria entrare dalla finestra.
Se lo gode.
Ferma, immobile. Come una pietra.
Poi arriva lui.
Accidenti.
Vuole il suo posto.
Lei lo sa che sta in quella parte di letto che da dieci anni è sua.
Ma rimane ferma, immobile. Come una pietra.
“Isa, isa…”, lui la chiama piano, ma non troppo, “isa, isa…”
Ma lei sta ferma, immobile. Come una pietra.
Sembra morta.
Fa caldo. Molto caldo.
Lui non insiste, si sdraia.
Lei ride sotto i baffi.
Ferma, immobile, morta.
Il filo d’aria che entra dalla finestra è suo.
Solo suo.
Per tutta la notte.


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