Mi piace di notte guardare le
finestre illuminate delle case degli altri. Mi piace guardare i muri spogli che
si intravedono dalla strada, i quadri appesi alle pareti, le librerie che arrivano
al soffitto, i lampadari, le lampade a stelo, i vasi con le piante sui
davanzali. Mi piace immaginare la vita che si vive lì dentro. Mi piace immaginare
le persone che ci abitano, che tipo di giornata hanno trascorso, se sono
stanche, se sono felici, se sono sole o se hanno una famiglia. Mi piace immaginare
cosa stiano facendo nel preciso istante in cui “spio” da lontano le loro
finestre; se ascoltano musica; se si preparano per uscire o per andare a
dormire; se stanno facendo “all’amore”. E se intravedo il bagliore
azzurrognolo di un televisore acceso, spero stiano guardando un bel film. Più
spesso, però, mi sento triste e presuntuosa allo stesso tempo perché penso che lì
dentro qualcuno non sta leggendo, ma si sta rincoglionendo.
Come direbbe Razzi...
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