mercoledì 18 giugno 2014

Le case degli altri bis

Mi piace di notte guardare le finestre illuminate delle case degli altri. Mi piace guardare i muri spogli che si intravedono dalla strada, i quadri appesi alle pareti, le librerie che arrivano al soffitto, i lampadari, le lampade a stelo, i vasi con le piante sui davanzali. Mi piace immaginare la vita che si vive lì dentro. Mi piace immaginare le persone che ci abitano, che tipo di giornata hanno trascorso, se sono stanche, se sono felici, se sono sole o se hanno una famiglia. Mi piace immaginare cosa stiano facendo nel preciso istante in cui “spio” da lontano le loro finestre; se ascoltano musica; se si preparano per uscire o per andare a dormire; se stanno facendo “all’amore”. E se intravedo il bagliore azzurrognolo di un televisore acceso, spero stiano guardando un bel film. Più spesso, però, mi sento triste e presuntuosa allo stesso tempo perché penso che lì dentro qualcuno non sta leggendo, ma si sta rincoglionendo.


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