giovedì 19 giugno 2014

Sister

L’altra sera ho visto un film triste e duro, a volte persino fastidioso, ma bello e che non mi ha fatto piangere. Per fortuna.
Si tratta di “Sister – Mia sorella”, di Ursula Meier con Léa Seydoux (ancora una volta Léa Seydoux, evidentemente l’attrice che negli ultimi tempi più spesso mi capita di incontrare sul piccolo e grande schermo).


Il film (che per la cronaca ha ottenuto una menzione speciale per l’Orso d’argento al Festival di Berlino nel 2012) racconta la storia di Simon, un bambino di circa dodici anni, che vive in una località di montagna dove la gente va a sciare. Lui, anche se non sa sciare, passa le giornate sui campi da sci (tra)vestito da sciatore, con scarponi, zaino, sci in spalla, passamontagna e casco. 
Simon è un ladro, e pure abile, specializzato nel rubare attrezzatura da sci di ogni genere. Ruba più che può e a fine giornata prende la funivia, scende a valle (nel film c’è un continuo e claustrofobico sali e scendi dalla valle, squallida, asfaltata e senza neve, alla montagna, alta e innevata) carica il bottino sul suo bob di plastica, torna a casa, sistema le lamine degli sci rubati come farebbe un bravo artigiano e rivende la merce a chi capita, a volte anche per strada. Così si guadagna da vivere. Non va a scuola, non ha genitori, è quasi sempre solo. Vive in un anonimo appartamento in un anonimo condominio con una ragazza, Louise (Léa Seydoux), poco più grande di lui, triste e pensierosa, che non si capisce bene che mestiere faccia e che torna a casa spesso accompagnata da brutti ceffi. Dicono di essere fratello e sorella, ma sono strani. Il loro rapporto è strano.
Più o meno a metà film capisci che cosa non va, ne rimani sconvolta e ti guardi la seconda parte del film sgomenta, soprattutto se sei madre.
Difficile decidere quale sia il momento più duro del film. Forse quando Simon paga sua sorella per dormire abbracciato a lei. Oppure quando lei gli dice di non averlo voluto, e che è una palla al piede. Oppure quando Simon sulle piste adocchia una bella signora gentile, mamma affettuosa di due bambini, e la abbraccia e cerca la sua amicizia e vede in lei la mamma ideale che non ha mai avuto e mai avrà. Oppure quando finisce la stagione sciistica e Simon non sa più come procurarsi denaro e trascorre una notte, solo e in lacrime, sulle piste, dove la neve si sta sciogliendo, ed è disperato e poi alla mattina decide di scendere, prende la funivia, incrocia l’altra funivia che sta salendo e vede Louise che lo chiama battendo forte le mani sul finestrino, sconvolta.
Che ansia, che dramma, che melodramma… alla comparsa dei titoli di coda prima riprendi fiato, poi vai a controllare i tuoi figli che stanno dormendo tranquilli nella loro cameretta colorata, nei loro letti puliti col pigiamino pulito. E ti accorgi che non ti senti meglio.

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