martedì 14 gennaio 2014

Camille/Auguste

Sono stata alla mostra su Auguste Rodin a Palazzo Reale.
Tanti anni fa, quando ero al liceo, complici la prof di arte e il film con Isabelle Adjani, la storia d’amore tra Rodin e Camille Claudel mi aveva turbato e appassionato. Poi, è finita nel dimenticatoio. Come tante altre cose di quei tempi lontani.


Fine Ottocento. Auguste e Camille sono maestro e allieva. Lei è pazza di lui. Giovanissima (lei diciotto anni, lui quarantadue, per intenderci), bella (occhi blu e capelli neri, per intenderci), affascinante, talentuosa, anticonvenzionale, forte, libera, con una grande immaginazione… insomma, per Rodin impossibile resisterle. Si mettono insieme. Lui, però, furbetto, non lascia Rose, la compagna tranquilla e convenzionale di un’ipotesi di vita dove poter fare ciò che gli pare, e che solo alla fine, da vecchio, si deciderà a sposare. Camille ne soffre. Giustamente.
Camille ha un talento impressionante. Lavora il marmo da sola, con forza virile, “sbozza” la pietra senza bisogno d’aiuti, usando tecnica e mestiere. Il maestro, invece, sfrutta la bottega. Camille gli fa da modella, lavora con lui, interviene sulle sue sculture eseguendo spesso parti come mani e piedi, parti impegnative. Si influenzano a vicenda. Producono capolavori. Lui è davvero famoso, lei anche, ma meno.
Camille è strana, la madre borghese non la ama, l’adorato fratello non la capisce, il suo equilibrio emotivo è fragilissimo. Rodin l’abbandona, o forse si lasciano, non si sa bene, in ogni caso lei è distrutta. Ha una relazione con Debussy, il musicista, ma non serve. Diventa sempre più strana. Scolpisce opere straordinarie, ma ne distrugge alcune, ossessionata dall’idea che Rodin gliele voglia copiare o rubare. Alla morte del padre i familiari la rinchiudono in manicomio, nonostante i pareri contrari dei medici. Ci sta per trent’anni (da quarantanove anni a settantanove, per intenderci), senza mai scolpire. Viene dimenticata. Sua madre non andrà mai a trovarla. Morirà sola. Le sue opere sono al Museo Rodin, a Parigi, in una sala a lei dedicata, voluta da Rodin.

P.S. l'anno scorso in Francia è uscito il film di Bruno Dumont "Camille Claudel 1915" dedicato agli anni della reclusione psichiatrica della scultrice. Il ruolo di Camille lo interpreta Juliette Binoche. Non riesco a capire se è prevista l'uscita del film anche nelle sale italiane... sigh!

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