Sono stata alla mostra su Auguste Rodin a Palazzo Reale.
Tanti anni fa, quando ero al liceo, complici la prof di arte e il film con Isabelle
Adjani, la storia d’amore tra Rodin e Camille Claudel mi aveva turbato e
appassionato. Poi, è finita nel dimenticatoio. Come tante altre cose di quei tempi lontani.
Fine Ottocento. Auguste e Camille sono maestro e allieva. Lei è pazza di
lui. Giovanissima (lei diciotto anni, lui quarantadue, per intenderci), bella (occhi
blu e capelli neri, per intenderci), affascinante, talentuosa, anticonvenzionale,
forte, libera, con una grande immaginazione… insomma, per Rodin impossibile
resisterle. Si mettono insieme. Lui, però, furbetto, non lascia Rose, la
compagna tranquilla e convenzionale di un’ipotesi di vita dove poter fare ciò
che gli pare, e che solo alla fine, da vecchio, si deciderà a sposare. Camille
ne soffre. Giustamente.
Camille ha un talento impressionante. Lavora il marmo da
sola, con forza virile, “sbozza” la pietra senza bisogno d’aiuti, usando
tecnica e mestiere. Il maestro, invece, sfrutta la bottega. Camille gli fa da
modella, lavora con lui, interviene sulle sue sculture eseguendo spesso parti
come mani e piedi, parti impegnative. Si influenzano a vicenda. Producono
capolavori. Lui è davvero famoso, lei anche, ma meno.
Camille è strana, la madre borghese non la ama, l’adorato
fratello non la capisce, il suo equilibrio emotivo è fragilissimo. Rodin l’abbandona,
o forse si lasciano, non si sa bene, in ogni caso lei è distrutta. Ha una relazione
con Debussy, il musicista, ma non serve. Diventa sempre più strana. Scolpisce
opere straordinarie, ma ne distrugge alcune, ossessionata dall’idea che Rodin gliele
voglia copiare o rubare. Alla morte del padre i familiari la rinchiudono in
manicomio, nonostante i pareri contrari dei medici. Ci sta per trent’anni (da quarantanove
anni a settantanove, per intenderci), senza mai scolpire. Viene dimenticata. Sua
madre non andrà mai a trovarla. Morirà sola. Le sue opere sono al Museo Rodin,
a Parigi, in una sala a lei dedicata, voluta da Rodin.
P.S. l'anno scorso in Francia è uscito il film di Bruno Dumont "Camille Claudel 1915" dedicato agli anni della reclusione psichiatrica della scultrice. Il ruolo di Camille lo interpreta Juliette Binoche. Non riesco a capire se è prevista l'uscita del film anche nelle sale italiane... sigh!
prova13 evviva
RispondiEliminaE' proprio difficile non essere un robot
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