martedì 11 febbraio 2014

(Para)Noia esistenziale

L’altra sera hanno visto “Lost in Translation”, il film di Sofia Coppola. E adesso, quando lui le telefona – di rado, per fortuna, molto di rado -  lei non riesce a non pensare alla scena in cui Bob, solo nella vasca da bagno, parla al telefono con la moglie che è lontana. Lontana in ogni senso.
Vedere “Lost in Translation” non le ha fatto bene. L’ha trovato un film snob, raffinato al limite del patinato, e prevedibile nell’analisi del rapporto di coppia. Anche se - deve ammetterlo - il pensiero che Bob e Charlotte non facciano sesso perché non è di quello che hanno bisogno l’ha intrigata. Così pure la colonna sonora che è una gran bella colonna sonora e Tokyo che è una città glaciale e alienante ma affascinante e conturbante allo stesso tempo.
Probabilmente, anzi sicuramente, lei l’ha guardato da arrabbiata. Si è quindi proposta di rivedere “Lost in Translation” tra una settimana, quando magari si saranno rimessi in sesto, e quando la sua sindrome premestruale sarà svanita.

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