giovedì 20 febbraio 2014

Profondo Nord


C’è chi li ama e chi li odia i thriller scandinavi. Io li amo.
Non che li abbia letti tutti, ovviamente, ma mi sono fatta delle buone dosi di Jo Nesbø, che è capace di tenermi inchiodata ai suoi romanzi per intere giornate; di Henning Mankell, forse il più complesso tra gli autori scandinavi; di Anne Holt, che è la mia preferita; di Camilla Läckberg, che sto leggendo adesso (“L’uccello del malaugurio”); di Stieg Larsson, la cui trilogia ho letto in tre settimane, d’estate, sotto l’ombrellone, quando ancora eravamo in pochi… e, infine, di Asa Larsson.
Ecco i miei otto buoni motivi per leggerli:
1. si leggono facilmente, e questo non è un difetto, anzi. La scrittura è semplice, la prosa è asciutta, gli aggettivi sono usati con il contagocce.
2. Si leggono velocemente. Le trame sono ben congegnate e i colpi di scena arrivano al momento giusto. Non riesci a smettere di leggere, stai sveglia la notte, e non spegneresti mai la luce sul comodino. Poi ti accorgi che sono le 03.00, a malincuore ti arrendi e chiudi gli occhi. E quando ne hai finito uno, stai male e vorresti correre subito in libreria per prenderne un altro.
3. I personaggi sono persone comuni che vivono una vita comune, molto normale, a volte banale, spesso claustrofobica. Raramente vengono descritti, ma impari comunque a conoscerli e a riconoscerli attraverso le loro azioni e il loro comportamento, che è quasi sempre molto composto.
Parlano in modo normale, seguono logiche psicologiche apparentemente semplici. Nei dialoghi sono assenti le paranoie e i contorcimenti esistenziali che invece caratterizzano molta letteratura contemporanea, soprattutto italiana.
4. La natura ha un ruolo importante e il rapporto uomo/natura è sempre presente e intenso. Neve, ghiaccio, boschi, fiordi, mare, montagne sono gli sfondi affascinanti e inquietanti di gran parte delle storie raccontate in questi romanzi.
5. Gli squarci che si aprono sulla società scandinava sono interessanti e ti mostrano degli aspetti che forse non si conoscono poi così bene.
6. La parità sessuale è un dato di fatto. Uomini e donne sono uguali, lavorano e vivono nello stesso identico modo, è scontato. È quando ciò non accade che nasce il “caso”.
7. La casa è importante. Quasi sempre è molto accogliente, anche se semplice. Le persone cucinano con cura e la polizia si toglie le scarpe appena varcata la soglia!
8. La semplicità della stile narrativo scandinavo e l’apparente normalità dei protagonisti creano una combinazione davvero particolare che è in grado di trasmetterti un sottile, interessante e costante turbamento. Molto piacevole. A me dà dipendenza. 


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