martedì 8 aprile 2014

Cronaca di un rapporto difficile (parte terza)

Sabato, ore 9.00. Tutti dormono. Mentre bevo il caffè godendomi il silenzio della casa mi decido. Il desiderio di iniziare “Polizia” di Jo Nesbo è troppo forte.
Prendo il Kindle, mi rimetto sotto le coperte, lo accendo e inizio a leggere.
Passano due minuti e arriva lei, la femmina diabolica. Con gli occhi appiccicosi e il pigiamino stropicciato mi becca mentre cerco di girar pagina con il dito. Insisto, mi sto arrabbiando. Sottovoce, per non svegliare l’orso addormentato al mio fianco, S. esclama: “Mamma, quante volte te lo devo dire: IL KINDLE NON È TOUCH, n_o_n_ è_ t_o_u_c_h!” Quindi mi fa vedere il tasto da premere per cambiare pagina, e così continuo a leggere.
Ma non sono convinta.
Non ci siamo.
Mi manca la carta sotto le dita. E poi è troppo leggero, leggerissimo, quasi mi scappa dalle mani. Mi mancano le pagine che girano veramente. La matita che sottolinea le frasi che mi piacciono. E le pagine non sono numerate: mi rendo conto del progredire della lettura in percentuale, e non mi piace (per intenderci: quel figo di Harry Hole entra in scena al 30% del libro… ma forse, se mi impegno e studio un po’, salta fuori che schiacciando un tasto posso aggiungere l’opzione “pagine numerate”…).
Lo abbandono.
Mi lavo, mi vesto e decido di mettermi sul balcone perché la giornata è di quelle che lo meritano. Porto il Kindle con me, e ci riprovo. Sotto il sole, su una sedia di legno, tra il bidone della plastica e quello dell’indifferenziata, inizio a capire che questo strumento ha un senso. Infatti sto benissimo. Cioè così scomoda, sto benissimo. Riesco a leggere benissimo. 
Alla fine ho trascorso tutto il weekend con il mio Kindle e ho capito che la nostra relazione è possibile, ma solo in condizioni - diciamo così - estreme. Il mio Kindle non è un tipo facile. Non è uno che si accontenta di un letto, o di un divano, o di una poltrona. Il mio Kindle è più un tipo da balcone, da rocce della Croazia, da bivacco sul Monte Bianco, da sabbia della Puglia, da sedile dell’economica in aereo, da campeggio. Insomma, il mio Kindle è come me. Non ama la vita comoda.


(the end)

6 commenti:

  1. Eh vaiii che finalmente è scoccata la scintilla!

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  2. Il mio comunque è touch per cambiare pagina dovo sfiorare il bordo pagina a dx e posso evidenziare! Insomma è più figo il mio posso addirittura cercare la definizione di termini che non conosco e tanto altro.

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  3. Non vorrei sembrare retorico ma una delle prime cose che osservo entrando nella casa di qualcuno sono i libri, come sono disposti, dove sono sparsi e poi, se l'occasione lo consente, chi li ha scritti. Sono, secondo me, un tratto molto importante della personalità e vederne un po' dappertutto (cioè non utilizzati come soprammobile) fa nascere in me una quasi immediata simpatia. Come la mettiamo con Kindle??

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  4. la mettiamo male, indubbiamente.

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  5. Senza Kindle io non avrei ripreso a leggere! E' evidente che la carta e il libro come oggetto è molto meglio. Ma meglio di niente che ne dite?

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  6. isa, guarda qui https://www.youtube.com/watch?v=1TahoQXWKvs&feature=em-share_video_user nasce la prima biblioteca senza libri! cosa pensare?


    grazie!

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