La storia di questa coppia è
la dimostrazione di quanto in amore sia sottile il confine tra attrazione e
repulsione, tra brutto e bello, tra passione e prevaricazione, tra dolore e
piacere, tra odio e affetto.
La prima cosa che mi viene in
mente quando penso a Jane Birkin e a Serge Gainsbourg è il crescendo di sospiri
e di gemiti che fanno da sottofondo a “Je t’aime… moi non plus”.
La seconda sono le sigarette.
Gitanes, per la precisione. Le sigarette di Serge e che anche mio padre per un periodo deve aver
fumato, forse perché faceva figo. E probabilmente mio padre lo invidiava anche
un po’ Serge, uomo di mondo, spaccone e romantico, con tutte quelle donne ai
suoi piedi…
La terza è il video della
canzone “Lemon Incest” in cui compaiono Charlotte, la figlia di Serge e Jane, e
il padre, sdraiati su un letto matrimoniale. Lei sospira e sembra sua madre
qualche anno prima, solo che è una bambina. Un video equivoco, volutamente equivoco,
per una canzona equivoca, volutamente equivoca. Cinque minuti di imbarazzo. Ma
così era Serge, imbarazzante e affascinante allo stesso tempo, schifoso e
geniale allo stesso tempo.
Jane Birkin e Serge
Gainsbourg sono stati una coppia sensuale e scandalosa.
Si conoscono alla fine degli
anni Sessanta sul set di un film. Lui ha quarant’anni, lei venti. Lui si è
appena mollato nientemeno che con Brigitte Bardot. Lei è una modella inglese, giovane,
fresca, con un corpo magro e lungo da adolescente, elegante in maniera naturale,
con occhi grandi più o meno innocenti, con la bocca carnosa e i denti davanti
separati, con quella allure semplice e spontanea che non passa mai di moda (non a caso, qualche anno dopo, la casa di moda Hermès le dedicò la leggendaria borsa che
prese il suo nome: la Birkin bag. Ma anche il cestino di vimini che lei utilizzava a mo' di borsa non era niente male!). In realtà Jane ha già un matrimonio fallito
alle spalle, una figlia in fasce e un ruolo in “Blow Up” di Michelangelo Antonioni.
Inizialmente lei è infastidita
dall’aspetto e dai modi rozzi di lui. Come darle torto?, vien da pensare, era
talmente brutto! In realtà non lo conosce.
Lui è famoso, ma solo in
Francia. È uno chansonnier, ma anche un pittore e un attore. È l’emblema dello
snob francese, del genio e della sregolatezza, di colui che vive facendo solo
quello che gli pare, di colui che ama le donne totalmente per un giorno e poi
le pianta. È arrogante, cinico, inquieto, con la puzza francese sotto il naso. È
spaccone, volgare, a volte osceno. È pieno di vizi. Va controcorrente.
Jane, appena lo conosce, cede
al suo fascino e al suo modo di vivere. Come tutte le altre, prima e dopo di
lei. I due si mettono insieme. Lei accetta di cantare “Je t’aime… moi non plus”
anche se Serge l’aveva scritta per BB. Jane se ne frega e fa bene. È un successo
e uno shock nel medesimo tempo. Il Vaticano censura, Serge e Jane ringraziano (sono
andata a riascoltarmi il brano e un po’ mi ha fatto sorridere: all’inizio
sembra la colonna sonora di un film porno, ma non c’è alcun dubbio che sia
spinto, molto spinto).
Dopo qualche anno nasce Charlotte,
degna erede dei due genitori, attuale musa del controverso e scandaloso regista
danese Lars von Trier.
Serge fuma e beve tantissimo,
ha un infarto ma se ne sbatte. Domina e sottomette Jane, ma forse è solo
apparenza, perché a lei il gioco sembra piacere.
Serge vuole il successo, la
fama a ogni costo. Esagera. La coppia, dopo dodici anni di vita felice e in
simbiosi, va in crisi. Lei si dispera e tenta il suicidio, poi si decide e lo
lascia per un regista da cui avrà un’altra figlia e una vita normale. Siamo
agli inizi degli anni Ottanta.
Lui soffre, si mette con un’altra
modella, fuma e beve come un matto. Scrive canzoni che Jane continua a cantare, perché Jane continua a essere la sua musa. Nonostante tutto. Poi lui muore. Infarto. 1991.
Qualche anno fa a un
giornalista che le chiedeva il perché di un amore così totalizzante con una
persona così difficile e borderline, Jane rispose: “perché la sua
malattia era infinitamente più interessante della salute di chiunque altro”. Come darle torto?
ps ho scoperto che a Bologna, alla Galleria Ono Arte Contemporanea, dal 30 aprile al 14 giugno ci sarà una mostra fotografica su Jane e Serge: "Jane et Serge: une histoire de famille". Quasi quasi ci faccio un salto...
seconda foto dall'alto: nice legs baby!!!
RispondiEliminaveramente mozzafiato!
RispondiEliminaGrandi.....
RispondiElimina