“Gigolò per caso” è un film
gentile.
John Turturro (regista e
protagonista) vive a New York, è un uomo semplice, calmo, di poche parole, non
giovanissimo, che per lavoro crea composizioni floreali con perizia e pazienza.
Fatica però a sbarcare il lunario e così l’amico di una vita Woody Allen – che a sua volta ha bisogno di soldi perché la
sua piccola libreria di quartiere ha chiuso i battenti - un po’ per scherzo, un
po’ per davvero gli propone di arrotondare facendo il gigolò d’alto bordo.
Fioravante - questo è l’evocativo nome
di Turturro nel film - inizialmente declina l’invito ridendoci sopra, ma poi ci
ripensa e, siccome è un uomo aperto alla vita, alla fine ci sta. Inizia a fare il
gigolò. Con sorprendente successo. E Woody diventa il suo improbabile “pappa”.
Il film racconta di un uomo
solo che ama le donne, che è curioso delle donne e che le rispetta. Le rispetta
nelle loro esigenze, nei loro modi, nei loro silenzi. E per questo con loro ha
successo.
Lui è gentile, semplice nei
modi, ma sicuro di sé. Sa ballare, sa ascoltare, parla in latino, ama le buone
letture, cucina il pesce, crea belle composizioni floreali che porta in regalo
alle clienti, sa fare i massaggi. Un uomo che dà attenzione a donne che non ne
hanno più: la prima cliente è una splendida Sharon Stone, dermatologa sposata
con un riccone che a lei preferisce la montagna, la seconda è una esplosiva e
assatanata Sofia Vergara, la terza è Vanessa Paradis, la vedova di un rabbino,
con sei figli, imprigionata in regole di comportamento asfissianti, che ha dimenticato
cosa significhino i capelli sciolti e le mani di un uomo. Fioravante, in arte “Virgilio”,
glielo ricorda, e lei si libera. In cambio però Fioravante s’innamora di lei,
dei suoi silenzi e del suo rigore, così l’appuntamento a tre con Sharon e Sofia
va a rotoli. Virgilio fa cilecca. Come reagiscono le due? Senza isterismi, con
gentilezza e comprensione. Commovente.
Il film scorre via liscio e
piacevole fino al finale che ovviamente non rivelo. Turturro è meglio di
Richard Gere in “American gigolò”. E Woody Allen è divertente, in tanti
momenti: quando per esempio è alle prese con la sua bella e colorata famiglia,
o quando ha a che fare con la rigida comunità di ebrei ortodossi di Brooklyn.
“Gigolò per caso” è un bel
film, educato con le donne. Ci voleva. E “Tu si na cosa grande” cantata da Vanessa Paradis non è niente male.
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